’Ndrangheta, arrestato De Martino Sr.
LIDO. Saverio De Martino, padre di Antonio, entrambi residenti al Lido dove sono arrivati negli anni Novanta, è stato arrestato ieri dai finanzieri del Gico: è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Nell’ordinanza si legge che il 64enne nato a Lamezia Terme è finito in carcere «quale imprenditore di riferimento nel territorio di Venezia, nonchè quale fornitore sistematico di appoggio logistico, all’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata ’ndrangheta».
A coordinare le indagini della Squadra mobile e della Finanza è stata la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro: sono stati ben 44 gli arresti che hanno decapitato a Lamezia Terme le cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte da una parte e Cerra-Torcasio-Gualtieri dall’altra.
Una cosca «d'élite della mafia imprenditrice» dedita agli affari grazie a una serie di imprenditori «vicini» o compiacenti, ma che non esitava a scatenare una guerra con altre consorterie criminali pur di mantenere inalterato il proprio predominio sul territorio di Lamezia Terme e che non rinunciava al metodo classico delle estorsioni a imprenditori e commercianti «condite» col solito corollario di minacce e intimidazioni.
Un predomino al quale i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sperano di avere posto fine con l’operazione «Andromeda» portata a termine stamani dallo Sco, dalla Squadra mobile, dalla Dia e dai finanzieri del Gico che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti boss e gregari delle due cosche.
Una operazione che ha portato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo a dire che «adesso Lamezia è più libera» e il dirigente dello Sco Renato Cortese ad aggiungere che «i cittadini di Lamezia non hanno più alibi per dire che lo Stato non c'è».
Nell'inchiesta, nella parte condotta dal Gico della Guardia di finanza, è finito anche l’imprenditore Saverio De Martino, trapiantato al Lido da almeno 20 anni, dove è riuscito a inserirsi rapidamente nel contesto economico, sociale e politico del territorio veneto attraverso l’esecuzione di lavori nel settore edile e dell’intermediazione immobiliare e la gestione di attività commerciali di considerevole spessore economico-patrimoniale.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, i principali collaboratori di giustizia del lametino hanno parlato di De Martino come di un soggetto in stretti legami personali ed economici con la cosca Iannazzo.
I collaboratori hanno anche riferito di aver fornito protezione a componenti della famiglia De Martino quando rientravano a Lamezia, dove il figlio si era reso responsabile di un omicidio e lo stesso Saverio De Martino vittima di un tentato omicidio.
E il figlio in questione è proprio Antonio, lo stesso che è capolista in quella di «Venezia Popolare» per la Municipalità del Lido e che decine di iniziative ha ideato e lanciato in questi ultimi anni. Antonio De Martino ci tiene a sottolineare che l’arresto riguarda il padre e lui niente ha a che fare con l’inchiesta di Catanzaro.
Al Lido, comunque, anche lui è arrivato con il padre, iniziando con un’agenzia immobiliare in Gran Viale e in seguito avviando un’impresa edile, ora gestisce anche le spiagge che un tempo erano della Ciga (Des Bains e Excelsior). A causa dei lavori della sua impresa era rimasto coinvolto nell’incendio scoppiato durante i lavori di ristrutturazione nel grande albergo.
Accuse che poi erano finite in archivio.
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