Bastavano cinquemila euro per pagare le “teste di legno” messe alla guida delle ditte in crisi acquisite per riciclare soldi sporchi e ordinare prodotti che poi non venivano pagati ai fornitori
Carabinieri e procura distrettuale antimafia. Una decina di misure cautelari e 60 perqusizioni: acquistavano aziende in crisi per truffare le aziende (150). Danni per cinque milioni di euro