Processo alla camorra di Eraclea, il 60enne napoletano residente a Mestre ha raccontato in aula bunker i suoi rapporti d’affari negli anni con il capoclan
Bastavano cinquemila euro per pagare le “teste di legno” messe alla guida delle ditte in crisi acquisite per riciclare soldi sporchi e ordinare prodotti che poi non venivano pagati ai fornitori