Il progetto Terme di Caorle finisce in Parlamento
CAORLE. Infiltrazioni della criminalità organizzata a Caorle e in Veneto, la deputata dei 5 Stelle, Arianna Spessotto, ha presentato un’interrogazione parlamentare.
Ora l’intento è di portare la discussione in Parlamento per affrontarla a livello istituzionale e sollevare l’attenzione su una vicenda che è ancora oggetto di approfondite indagini pur rivelando ancora molti lati oscuri.
La questione delle tanto discusse terme di Caorle, sulla quale è calato il silenzio del sindaco Luciano Striuli, il quale ha detto di non volerne più parlare, è effettivamente oggetto di svariate inchieste e continua a far discuter nel freddo e umido inverno della località balneare.
I cittadini ne parlano e in queste settimane l’argomento è stato più volte sollevato anche in Consiglio, dopo anni in cui le voci circolavano con molta circospezione ed erano appannaggio soprattutto dei politici. E proprio in questi giorni è stata svelata l’esistenza di una lettera inviata all’amministrazione comunale dalla società che doveva realizzare il progetto e che invocava un confronto anche per poter esprimere le proprie ragioni.
L’interrogazione della Spessotto arriva puntuale dopo tutte queste puntate. «L’allarme sulle infiltrazioni criminali in Veneto, in particolar modo l’infiltrazione mafiosa, è una realtà quanto mai attuale nella nostra Regione», premette la Spessotto, «e sarebbe un errore gravissimo abbassare la guardia proprio adesso, sottovalutando un fenomeno allarmante e dai risvolti molto pericolosi».
La deputata dell’M5S non va tanto per il sottile e elenca una serie di elementi tratti dalle inchieste in corso. «Le recenti indagini del nucleo dei carabinieri di Fiorenzuola d’Adda», ricorda, «hanno evidenziato gli interessi criminali di cosche della ndrangheta attive in diverse imprese edili, in particolare sui cantieri di Caorle, dove avrebbe messo le mani Raffaele Oppido, interlocutore di Claudio Casella, titolare quest’ultimo della Caorle Investimenti Srl, società incaricata di realizzare il così detto «Villaggio le terme».
Non è difficile immaginare come un progetto da 200 milioni di euro», aggiunge, «abbia fatto gola alla criminalità organizzata. La vicenda di Caorle non è un episodio isolato e oggi sappiamo con certezza, anche dalle relazioni presentate dai prefetti e dagli investigatori, che la ’ndrangheta è particolarmente attiva nel settore edilizio avendo puntato gli occhi sul ciclo del cemento. Per questo motivo ho depositato un’interrogazione in Parlamento», conclude la deputata, «per sapere dal ministro dell’Interno quali iniziative intenda assumere per contrastare il rischio di infiltrazioni mafiose nel progetto del Villaggio termale di Caorle, anche ricorrendo alle interdittive dei prefetti. A rischio sarebbe la tenuta delle stesse istituzioni democratiche del nostro Paese».
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