Venezia: paga 5000 euro per un film porno, ma è una truffa

Finto produttore truffa un aspirante porno-attore che si era proposto in internet. Dopo la denuncia, la Procura veneziana ha avviato l’indagine per identificare il responsabile del raggiro
Un’attrice porno impegnata in una sequenza
Un’attrice porno impegnata in una sequenza
VENEZIA. Voleva girare da protagonista film a luci rosse e per farlo aveva anche sborsato 5000 euro. Purtroppo, però, l’aspirante pornodivo ha trovato un produttore fasullo, che lo ha truffato. Così ha presentato denuncia in Questura.


In realtà se fosse stato per l’aspirante attore, un trentenne che risiede a Verona, forse neppure avrebbe denunciato chi lo aveva truffato, ma è stato quasi costretto a farlo. Dalla Questura lagunare, infatti, lo hanno chiamato perchè risultava che avesse assunto una cinese, che però non aveva il regolare permesso di soggiorno e così la Polizia voleva chiarire la posizione della donna. Lui si è precipitato negli uffici veneziani e davanti agli agenti ha giurato di non aver mai assunto nessuno e così ha ricostruito l’intera vicenda. Per dimostrare che non era stato lui a dare lavoro alla cinese, ma colui che gli aveva truffato i cinquemila euro e al quale lui aveva anche consegnato la sua carta d’identità per qualche minuto, permettendogli di trascrivere gli estremi del documento. Lo ha dovuto fare per potersi scagionare da quell’accusa: a quel punto ha dovuto riferire dell’intera vicenda in cui era rimasto coinvolt, fornendo anche una descrizione di colui che lo aveva illuso, che gli aveva promesso che lo avrebbe aiutato a entrare attraverso la porta principale nel mondo della cinematografia a luci rosse.


Era stato il veronese a inserire in un sito internet un annuncio: aveva scritto di essere disponibile ad interpretare un ruolo in una pellicola hard e aveva inserito il numero del suo cellulare. Dopo qualche giorno era stato chiamato da un veneziano, che gli aveva spiegato di essere un produttore di film porno e gli aveva dato un appuntamento a Venezia, anche perchè il trentenne veronese aveva insistito, aggiungendo che se ci fosse stato da pagare qualcosa per cominciare la carriera non si sarebbe certo tirato indietro.


All’incontro si sarebbe presentato un uomo di mezza età in carrozzella, spacciandosi come produttore cinematografico e al quale l’aspirante attore, oltre a mostrargli la carta d’indentità, aveva consegnato ben tremila euro in cambio della promessa che sarebbe stato chiamato non appena il regista avesse iniziato a scegliere i protagonisti e a girare le prime scene. Erano passate alcune settimane, però, prima della seconda telefonata, che aveva portato ad un altro incontro, questa volta in terraferma, a Mestre.


La stessa persona, apparentemente un portatore di handicap, visto che si era ripresentato in carrozzella, ma potrebbe essere stato un trucco, e aveva parlato di alcune difficoltà, riuscendo a farsi consegnare altri duemila euro, assicurando però che questa volta il giovane veronese sarebbe stato chiamato in modo da entrare nel casting del prossimo film. In realtà, qualche giorno dopo, una telefonata è arrivata, ma dalla Questura di Venezia: un agente ha chiesto all’aspirante attore di presentarsi prima possibile in laguna, in modo da poter giustificare l’assunzione di quella donna cinese.

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