Palazzo Labia, trenta acquirenti in pista
La storica sede della Rai del Veneto messa sul mercato da un advisor. Costa 60 milioni di euro, a Londra prime manifestazioni d’interesse. L’edificio settecentesco piace a fondazioni e case di moda La vendita in porto entro l’estate
Palazzo Labia
Sono una trentina le manifestazioni di interesse per l’acquisto dello storico Palazzo Labia che la Rai ha messo in vendita. Fra i soggetti interessati diverse fondazioni - fra cui anche alcune istituzioni americane - e case di moda. In questi giorni Reag - che svolge il ruolo di advisor nell’operazione - ha presentato il progetto a Londra, illustrando anche agli investitori esteri le caratteristiche dell’immobile che ha una valutazione di massima di 55-60 milioni.
Come si ricorderà l’azienda televisiva ha dato mandato a un advisor immobiliare per curare l’operazione e il bando è stato pubblicato anche sulla stampa internazionale. Il prestigioso palazzo settecentesco - situato in Campo San Geremia - aveva avuto anni fa una prima valutazione vicina ai 60 milioni di euro. Poi la disponibilità ad abbassare il prezzo. Ora la valutazione di 55-60 mila euro.
L’edificio è tutelato dai Beni Culturali, si sviluppa su 7.500 metri quadri: un vero e proprio gioiello con splendide opere d’arte tra cui gli affreschi di Giambattista Tiepolo al piano terra - di cui si è appena avviato il delicato intervento di restauro - numerosi dipinti, arazzi, sculture e arredi d’epoca.
La presentazione di offerte non vincolanti si concluderà entro il 7 maggio. Seguirà poi una scrematura dei potenziali acquirenti con la definizione, entro la fine dello stesso mese, di una short-list. Per poi passare alle offerte vincolanti entro la prima settimana di luglio. In seguito si terrà un’asta telematica e quindi l’eventuale chiusura dell’operazione entro l’estate.
La Rai vorrebbe liberarsi di Palazzo Labia, sia per motivi finanziari, sia per attuare quel trasferimento a Marghera, nell’area adiacente del Parco Vega, dove potrebbe nascere un polo produttivo legato all’audiovisivo a cui guarda con interesse anche il Comune. Sull’identità di possibili compratori, al momento è buio fitto. Il Comune ha posto come condizione che l’edificio non sia trasformato in un albergo.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video