Palazzo Labia, al via la vendita

Pubblicato il bando, procedura conclusa entro fine estate. Intanto è stato avviato il restauro degli affreschi del Tiepolo Il Comune vincola lo stabile a usi culturali o espositivi
Palazzo Labia
Palazzo Labia
Palazzo Labia è ufficialmente messo in vendita dalla Rai, ma non potrà in nessun caso subire trasformazioni di tipo alberghiero. L’azienda televisiva ha dato mandato ad un advisor immobiliare per curare l’operazione e l’invito a manifestare interesse da parte dei potenziali acquirenti è apparso ieri sul Sole 24 Ore e verrà pubblicato anche sulla stampa internazionale. Nell’avviso non è indicato il prezzo di vendita del prestigioso palazzo settecentesco, situato in Campo San Geremia e attuale sede Rai del Veneto, ma l’azienda aveva avanzato in passato, secondo quanto trapelato, una prima valutazione vicina ai 60 milioni di euro, che sarebbe stata però sensibilmente abbassata - di fronte ai primi contatti infruttuosi - e potrebbe essere scesa intorno ai 40 milioni di euro.


L’edificio è tutelato dai Beni Culturali, si sviluppa su 7.500 metri quadri: un vero e proprio gioiello con splendide opere d’arte tra cui gli affreschi di Giambattista Tiepolo al piano terra - di cui si è appena avviato il delicato intervento di restauro e di consolidamento - numerosi dipinti, arazzi, sculture e arredi d’epoca.


Tornando all’operazione, la procedura di vendita si articolerà in più fasi. La prima con la presentazione di offerte non vincolanti entro il 7 maggio. Seguirà poi una scrematura dei potenziali acquirenti con la definizione, entro la fine dello stesso mese, di una short-list. Per poi passare alle offerte vincolanti entro la prima settimana di luglio. In seguito si terrà un’asta telematica e quindi l’eventuale chiusura dell’operazione.


«Abbiamo già parlato con i dirigenti della Rai - commenta il sindaco di Venezia Massimo Cacciari - e i paletti che sono stati posti, ma su cui la stessa Rai è d’accordo, è che è esclusa radicalmente qualsiasi trasformazione di tipo alberghiero a fini speculativi. Palazzo Labia dovrà essere utilizzato per attività di carattere espositivo e culturale e la Rai dovrà, contemporaneamente, vedere potenziati i suoi servizi e trovare una sede idonea. Da questi paletti il Comune non si muoverà».


La Rai, da parte sua, vorrebbe celermente liberarsi di Palazzo Labia, sia per motivi finanziari, sia per attuare quel trasferimento a Marghera, nell’area adiacente del Parco Vega, dove potrebbe nascere un polo produttivo legato all’audiovisivo a cui guarda con interesse anche il Comune.


Sull’identità di possibili compratori, è buio fitto, perché non si è concretizzato l’interesse del finanziere e collezionista milanese Guido Angelo Terruzzi, sempre alla ricerca di una sede prestigiosa per la sua collezione di arte antica e moderna e che si è visto sottrarre Palazzo Grassi dal francese François Pinault, a sua volta chiamato in causa anche per Palazzo Labia, ma, pare, senza fondamento.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia