«Via il nome di Cialdini dal piazzale del tram»

Da Gaeta, Antonio Ciano del Partito del Sud ha scritto varie volte al sindaco «Fu un massacratore, c’è un pronunciamento del consiglio comunale»
Di Mitia Chiarin

MESTRE. «Sindaco Brugnaro attua la decisione del consiglio comunale e togli il nome del generale Cialdini dal piazzale di Mestre. Non fu un eroe, ma un massacratore». È la terza mail inviata in Comune, finora senza risposta. La richiesta arriva da Gaeta, città che Cialdini mise a ferro e fuoco causando 4.000 morti, tra militari e civili.

Insomma, il generale lì ha lasciato un pessimo ricordo. Mentre a Mestre moltissimi manco sanno chi sia.

A scrivere le mail indirizzate al sindaco Brugnaro è Antonio Ciano, presidente onorario del Partito del Sud, alleato di De Magistris, sindaco di Napoli. La richiesta è semplice: alla fine del 2013 il consiglio comunale veneziano si era preso un bell’impegno: cambiare nome a piazzale Cialdini, l’interscambio del tram. Ciano ora chiede: «Fatelo subito».

Era il gennaio 2014 quando La Nuova Venezia titolava: “Piazzale Cialdini cambierà nome”. Lo prevedeva la mozione approvata dal consiglio il 17 dicembre 2013 (25 voti favorevoli, un solo non votante, per la cronaca il leghista Giovanni Giusto, oggi delegato di Brugnaro) su proposta di Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra) che aveva chiesto di togliere dallo stradario mestrino ogni riferimento al generale che non sarebbe solo un militare e uomo politico, come riportano i libri di storia, ma fu protagonista della durissima repressione tra Benevento e Gaeta, nel 1861.

«Quel pronunciamento del consiglio comunale si rifà anche ai miei libri di storia che ho scritto da appassionato. Chiedo che quella decisione venga attuata finalmente. Anche in altre parti d’Italia si stanno prendendo decisioni analoghe», racconta Ciano da Gaeta. «Il consiglio comunale di Napoli all'unanimità ha deciso di togliere il mezzobusto di Cialdini dalla sede della camera di Commercio di Napoli e ci muoveremo anche su Reggio Emilia. Finora il sindaco non mi ha mai risposto. Spero non serva organizzare delle proteste per ottenere una risposta». L'intitolazione del piazzale a questo personaggio del Risorgimento risale al 1966 quando sindaco era il democristiano Giovanni Favaretto Fisca.

Il nostro giornale promosse un sondaggio che appassionò la città per trovare un nuovo nome al piazzale del tram. Risposero più di mille persone. La candidatura del medico Franco Basaglia ottenne più consensi di altri nomi, quelli dell’ingegner Eugenio Miozzi e del giudice Falcone. In Comune preferirono una intitolazione a Lyde Posti Cuneo, pioniera dei diritti dei disabili. Ma caduta la giunta Orsoni, il piano è finito nel dimenticatoio.

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