Unabomber, Zornitta ripreso a limare forbici sequestrate

L'ingegnere Elvo Zornitta per quattro anni è stato sospettato di essere il terrorista del Nordest. Nel video è ripreso mentre lima una forbice sottratta il giorno prima ai carabinieri durante una perquisizione a casa sua
VENEZIA
.  Caso Unabomber: mentre sta per iniziare il processo d’appello al poliziotto Ezio Zernar per manomissione di una prova e il sospettato numero uno Elvo Zornitta è stato prosciolto, diventa pubblico il video in cui si vede l’ingegnere che lima una forbice dopo averla sottratta ai carabinieri che l’avevano sequestrata. Lo fa dopo aver appreso che un’altra sua forbice sarebbe stata utilizzata per confezionare uno degli ordigni attribuiti al famigerato terrorista.


Il video è pubblico perché è finito nel fascicolo aperto dalla Procura di Padova a carico della Nuova Venezia e Mestre accusata dall’ingegner Zornitta di diffamazione per aver dato conto in un articolo dell’esistenza del filmato. La Nuova è stata prosciolta perché, come hanno stabilito i giudici padovani, corrisponde al vero quanto scritto.


Da sempre la vicenda Unabomber è complicata. Sia per i personaggi che negli anni sono stati indagati, ma pure per le gelosie sorte tra coloro che indagavano. La sintesi di tutto questo la si ha negli ultimi anni della vicenda quando l’attenzione del Pool anti-Unbomber viene indirizzata esclusivamente sull’ingegner Elzo Zornitta. Alla fine rimane l’indagato unico per i 28 attentati con oggetti esplosivi che vengono compiuti dal 21 agosto 1994 (tubo esplosivo alla Sagra degli osei di Sacile), al 6 maggio del 2006 (bottiglia esplosiva a Santa Margherita di Caorle). In questi anni vengono ferite diverse persone e spesso il terrore condiziona la vita di chi si reca in spiaggia, nei supermercati, in chiesa o alle feste di paese.


Si arriva quindi all’indagato Elvo Zornitta. Il Pool di investigatori raccoglie una ventina di indizi a suo carico. Ma per i magistrati che indagano non bastano. Ezio Zernar poliziotto esperto di balistica propone allora la tecnica dei toolmarks. Cioè la possibilità di rilevare i segni - che sono unici - lasciati su un materiale dall’attrezzo che lo taglia. Alla fine il poliziotto è convinto di aver trovato la compatibilità tra una forbice sequestrata a Zornitta e un lamierino rinvenuto in un ordigno attribuito a Unabomber. Esce la notizia sulla stampa. L’ingegnere che abita ad Azzano Decimo il 4 di settembre 2006, a pochi giorni da quella notizia, nasconde sul tetto di un capanno che usa come laboratorio una serie di attrezzi. Non sa di essere ripreso dalle telecamere piazzate dagli investigatori. Il 16 ottobre gli investigatori inviano due carabinieri a sequestrare gli attrezzi nascosti da Zornitta. Tutto viene ripreso.


Le immagini immortalano Zornitta che collaborando al recupero degli attrezzi riesce a nascondere, fuori dal capanno, un paio di forbici. L’indomani poco dopo le 7 del mattino le recupera e le porta all’interno del capanno dove lima le lame una prima volta. Al pomeriggio, tornato dal lavoro intorno alle 13, rientra nel laboratorio, riprende le forbici e le lima una seconda volta con della carta vetrata.


Perchè l’abbia fatto resta un mistero. Per il pool che indagava su di lui doveva rispondere di questo e degli altri indizi a suo carico in un’aula di tribunale. I magistrati hanno preferito proscioglierlo.



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