«Stanchi di pulire e respirare urina» Via Carducci si ribella

Commercianti e residenti esasperati da mendicanti e ubriachi «Fanno i loro bisogni dappertutto, sono molesti e sporcano»
Di Marta Artico

Tra le zone degradate di Mestre, che un tempo erano centrali e signorili, c’è via Carducci. «Siamo stanchi di pulire per terra, respirare urina e guardarci le spalle quando usciamo». A protestare sono commercianti e residenti, specialmente del tratto che va da piazzale Sicilia fino all’incrocio con via Circonvallazione, dove sostano accattoni e ubriachi.

Un disagio emerso anche all’incontro che si è svolto al Palco qualche sera fa. Tra i più esasperati c’è il titolare del negozio che vende Mont Blanc, all’angolo con via Mazzini: «Da qui», racconta Antonio Marzato, «ho una visione privilegiata. Conosco gli spostamenti, quanti sono, cosa fanno, le loro abitudini. Si conoscono tutti, tanto per cominciare. Qualcuno sale in bus, altri si sparpagliano, poi ci sono quelli che stanno qui stabili, siamo in loro balìa».

Indica i bagni pubblici: «Vanno dietro i cassonetti vicino ad “Acqua&Sapone”, oppure nel sottoportico del “Brek”, o ancora sulle siepi».

E i segni ci sono: nelle aiuole ci sono bottiglie, cartine, fazzolettini sporchi. «In pieno giorno si abbassano i pantaloni, uomini e donne, e fanno i loro bisogni e noi non possiamo lasciare il negozio neanche un attimo. Passi che bevono, ma sono molesti, a volte sbottano, alterano l’equilibrio della zona. Lo abbiamo segnalato a tutti e abbiamo ottenuto soltanto il taglio dei cespugli, così ci fanno la pipì sopra più comodamente».

All’interno del negozio Fashion Store, angolo via Mazzini, la commessa mostra l’angolo dietro le sue vetrine: «Quando tiro giù le tende è allucinante, dobbiamo pulire con la pompa ogni giorno, non se ne può più. Troviamo bottiglie e lattine, per non parlare di quel che c’è nel portafiori».

Passeggiando in strada, all’entrata di Acqua&Sapone, c’è un odore irrespirabile: «Puliamo da mattina a sera», spiega la responsabile, «e non basta mai: fanno cacca, pipì, davanti a tutti, in pubblico, qualcuno li ha visti addirittura che facevano dell’altro dietro un bidone».

Tra i più arrabbiati, c’è il portiere del condominio Petrarca, esattamente a fianco: «Non ne posso più, sono estenuato. Lavoro qui da quarant’anni e una situazione simile non l’ho mai vista. Dal mio gabbiotto qui vedo tutto quel che fanno. Non possiamo neanche lasciare aperta la porta, perché è un rischio. Una volta una ragazzina è entrata, stava salendo per andare a casa e sotto le scale ha trovato uno di loro che aveva fatto i suo bisogni ovunque, era un lago. Ed era l’ora di pranzo».

Racconta: «Una volta stavo seduto fuori dal palazzo sulla sedia, adesso è impossibile: rubano tutto, qui dentro ho un bastone, perché non si sa mai. Ripeto, non ho mai visto nulla di simile, questa una volta era una zona signorile, adesso non si sa più cosa fare».

L’uomo ha gettato il diserbante per eliminare l’erba che c’è vicino al condominio, come tutti ha tentato ogni strada, ma niente da fare. «A Mestre si sentono tutti gli odori del mondo», dice una passante. Ad indicare l’ennesimo bagno open-air, di fronte alle Poste di piazzale Sicilia, poco più in là, è l’orafo Mario Romano: «Altro che piazzetta o giardinetto, questo è un pisciatoio e non si esce più la sera, vogliamo il divieto anti-accattonaggio».

Presto partirà una raccolta firme.

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