«Sono distrutto, non c’entro niente»

Parla Davide Miele (Pd), ma Selvaggia Lucarelli rilancia le accuse: «Un politico non può gestire un gruppo fb del genere»

MARTELLAGO. «Umanamente sono distrutto. Essere anche solo accostato a una vicenda del genere mi lascia un’amarezza profonda, perché sono certo di aver fatto il possibile per impedire la diffusione di quelle immagini». Sono le prime parole, ancora in piena bufera, pronunciate da Davide Miele, il giovane segretario del Pd di Martellago, ora sospeso dal partito, “reo” di amministrare una pagina finita nel mirino della blogger romana Selvaggia Lucarelli per alcuni contenuti pedopornografici.

"Amministra pagina Fb con materiale pedopornografico". Segretario Pd sospeso

«Mi rincuorano solo le tante manifestazioni di solidarietà che sto ricevendo», continua Miele, «ciò non toglie che sono e rimango una persona riservata e mi auguro che questa vicenda finisca nel dimenticatoio nel più breve tempo possibile, dopo aver dimostrato la mia innocenza».

Intanto alla Lucarelli è stata recapitata una diffida formale a firma dell’avvocato di Miele, Gabriele Nordio: chiede subito una rettifica delle accuse, altrimenti partirà una querela per diffamazione. In pratica il legale chiede alla blogger di spiegare come i contenuti illegali siano stati postati da altri utenti e subito rimossi proprio da Miele in qualità di amministratore del gruppo. Nessun coinvolgimento diretto del giovane segretario che, anzi, avrebbe assolto al suo ruolo di “admin” rimuovendo i contenuti illegali appena accortosi della loro presenza. La diatriba ora verte proprio sui tempi di intervento di Miele e degli altri amministratori del gruppo.

«Quando Miele sostiene che i post sono stati rimossi subito si dimentica che sopra ai post c’è scritto da quante ore stanno lì. Nove ore sono un po’ tantine», chiosa la Lucarelli. Insomma, un polverone, mediatico ma non solo, in piena regola. Anche perché nel frattempo Miele ci ha rimesso l’incarico (la sospensione, fa notare, è stata concordata tra lui e la segreteria metropolitana) e forse anche tutta una carriera politica ancora agli esordi. Di fronte al vortice di polemiche sollevato dal suo coinvolgimento nella vicenda, il giovane segretario Dem è stato anche costretto a cancellarsi da Facebook, sospendendo il proprio account in via cautelativa. È stato comunque messo al corrente di un nuovo intervento della procace giornalista che, ieri, sempre dalle righe del social network, ha gettato nuova benzina sul fuoco. Altro che rettifica.

«Ai pochi strenui difensori di Miele», scrive la Lucarelli sempre su Facebook, «forse sfugge che uno è libero di apprezzare il black humor e anche di amministrare pagine non facendole diventare il raduno dei bulli della rete. Ma che un segretario del Pd o chiunque abbia un ruolo in politica si metta a fare l’amministratore di un gruppo del genere è folle. Non penso che se Renzi o la Boschi domani si mettessero a postare la foto del down col battutone si liquiderebbe la faccenda con una pacca sulla spalla. Da amministratore che fa politica abbandonerei la gestione di una pagina del genere, se poi come è accaduto partono denunce e indagini su chi abbia creato e aiutato a diffondere la Bibbia 3.0 (l’archivio di materiale pedopornografico finito nel mirino della polizia postale, ndr) e quel gruppo è tra i sospettati, uno che fa politica e amministra quel gruppo dovrebbe scappare a gambe levate. La faccio anche più semplice: uno che a 35 anni amministra una pagina che si chiama A...duro e pretende di fare carriera in politica, proprio un fulmine di guerra non è. Direi che il suo era un suicidio ampiamente annunciato».

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