Sole, caldo e bassa marea: «Venezia, ancora alghe marce e cattivi odori»
VENEZIA. Dovremo convivere ancora per giorni con le folate di cattivi odori che ammorbano l’aria, da Venezia a Mestre, da Marghera a Campalto: la marea resterà bassa, molto bassa anche nei prossimi giorni, scoprendo più volte le “piantagioni” di Ulva che coprono completamente i fondali della laguna, in particolare davanti a San Giuliano e nei canali di Campalto. Di più, le previsioni meteo annunciano ancora caldo e sole, che contribuiranno a far marcire ulteriormente le alghe, provocando il classico odore di “uova marce” che sta allertando molti.
«Abbiamo deciso di inviare una lettera all’ex Magistrato alle Acque, per chiedere di intervenire: la competenza sulla laguna non è del Comune di Venezia, ma del Provveditorato per le opere pubbliche, come già avvenuto per l’interramento sotto le arcate del Ponte della Libertà o la sostituzione delle bricole», commenta l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin, «il Comune non ha titoli né fondi per muoversi indipendentemente. È un fenomeno che si è registrato già negli anni ’80 e ’90, ma per l’eventuale raccolta straordinaria delle alghe deve attivarsi il Magistrato. Comunque, non c’è rischio per la salute pubblica: l’Usl 3 ci avrebbe avvertito».
In realtà - spiegano l’Ufficio relazioni dell’Usl stessa, sentito l’Ufficio d’Igiene - l’azienda sanitaria si attiva solo in caso di segnalazione da parte dell’Agenzia regionale per l’ambiente. E proprio lunedì, i ricercatori dell’Arpav sono tornati in laguna, confermando quanto già registrato la scorsa settimana: manca ossigeno nelle acque della laguna di Venezia a ridosso della terraferma. Anossia che sta provocando anche morie di pesci.
«Il permanere di condizioni meteo soleggiate e calde e il ripetersi di basse maree, contribuiranno al permanere anche del fenomeno», spiega l’ufficio relazioni esterne dell’Arpav, annunciando un nuovo bollettino per oggi. Ma non c’è allerta per la salute.
L’area più coinvolta resta quella di San Giuliano, dove è in corso da giorni «un processo di degradazione del tappeto algale, favorito anche dai bassi fondali e dal “morto d’acqua”». Nel dettaglio, nell’area antistante il Parco, a circa mille metri dalla darsena, l’acqua presenta valori chimico fisici anomali, con livelli critici di ossigenazione, per lo stato di decomposizione del tappeto di Ulva. Nell’area dei Pili, a destra del Ponte della libertà, i valori sono meno critici, ma comunque fuori norma, mentre regolari sono quelli dell’acqua a sud dell’Isola della Giudecca.
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