Senza lavoro a 50 anni fratelli aprono la pescheria

La scommessa degli spinetensi Rossano e Franco Fassina con negozio a Noale Rimasti disoccupati in un’età critica hanno deciso di concretizzare il loro sogno
Di Alessandro Ragazzo

NOALE. Chi fa da sé fa per tre, direbbe il saggio. Se poi perdi il lavoro, hai 50 anni, ti guardi attorno e scopri che nessuno, o quasi, ti vuole, inizi a porti delle domande. Guardi la famiglia, i figli e capisci che così non puoi campare all’infinito. I fratelli spinetensi Rossano e Franco Fassina, il primo di 52 anni e il secondo di 50, hanno deciso di aprirsi un’attività. Hanno scelto Noale, in via dei Novale 9, e dal martedì al sabato fanno i pescivendoli.

La loro storia è la fotocopia di tante altre: hanno iniziato presto a lavorare, quand’erano ancora minorenni, e un giorno, dopo anni di lavoro, si sono ritrovati con il vecchio lavoro in crisi. Vanno bene gli ammortizzatori sociali e un periodo per guardarsi attorno, ma un giorno scoprono che tutto sta finendo. Rossano, sposato con due figli, ha fatto il trasportatore e per sei mesi la guardia fuochi alla Fincantieri. Franco, ora solo ma ha una figlia, era dipendente in uno scatolificio. È volontario della Guardia costiera di Venezia. A luglio scorso sono rimasti a casa e si sono guardati negli occhi. Che facciamo? «Facciamo che ci dobbiamo inventare qualcosa se non vogliamo andare a rubare», dicono in coro, «Mandare il curriculum via Internet non serve, ti prendono per due-tre mesi e poi ti lasciano a casa. Nessuno ti assume, la paga è bassa. Abbiamo deciso di metterci in gioco». Ed è partita la sfida con l’apertura di “Pescheria nostrana” a due passi dal centro, avvenuta il 5 maggio, laddove prima c’era una videoteca. E non importa se lì attorno ce ne sono altre due: i fratelli Fassina vogliono crearsi la clientela. «Quando ero giovane», svela Rossano, «avevo lavorato al vecchio mercato di Mestre e trattavo il pesce. Mio fratello è un appassionato pescatore. Ci svegliamo alle 4.30, andiamo al Tronchetto a prendere i prodotti, tutti italiani, e apriamo dalle 8 alle 13. Ora che sistemi tutto, pulisci, rimetti in ordine, prima delle 14.30-15 non vai via. Mia moglie ha un impiego part-time e non potevo stare senza lavoro per troppo tempo. Sappiamo che all’inizio sarà dura, abbiamo delle spese da affrontare. Abbiamo fatto un mutuo per prendere il furgone, i frigoriferi e le attrezzature, usando pure dei soldi messi via. A Noale siamo in affitto. Nessuno ti regala qualcosa. Te lo devi guadagnare, le banche faticano a farti credito. Con le vecchie leggi sarei in pensione: dovrò lavorare altri 10-12 anni». Franco si dice entusiasta della scelta. «Ci piace stare a contatto con la gente», aggiunge, «Credo che chi abbia un sogno, debba provare a realizzarlo. Buttarsi sì, ma con testa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia