Senza lavoro a 50 anni fratelli aprono la pescheria
NOALE. Chi fa da sé fa per tre, direbbe il saggio. Se poi perdi il lavoro, hai 50 anni, ti guardi attorno e scopri che nessuno, o quasi, ti vuole, inizi a porti delle domande. Guardi la famiglia, i figli e capisci che così non puoi campare all’infinito. I fratelli spinetensi Rossano e Franco Fassina, il primo di 52 anni e il secondo di 50, hanno deciso di aprirsi un’attività. Hanno scelto Noale, in via dei Novale 9, e dal martedì al sabato fanno i pescivendoli.
La loro storia è la fotocopia di tante altre: hanno iniziato presto a lavorare, quand’erano ancora minorenni, e un giorno, dopo anni di lavoro, si sono ritrovati con il vecchio lavoro in crisi. Vanno bene gli ammortizzatori sociali e un periodo per guardarsi attorno, ma un giorno scoprono che tutto sta finendo. Rossano, sposato con due figli, ha fatto il trasportatore e per sei mesi la guardia fuochi alla Fincantieri. Franco, ora solo ma ha una figlia, era dipendente in uno scatolificio. È volontario della Guardia costiera di Venezia. A luglio scorso sono rimasti a casa e si sono guardati negli occhi. Che facciamo? «Facciamo che ci dobbiamo inventare qualcosa se non vogliamo andare a rubare», dicono in coro, «Mandare il curriculum via Internet non serve, ti prendono per due-tre mesi e poi ti lasciano a casa. Nessuno ti assume, la paga è bassa. Abbiamo deciso di metterci in gioco». Ed è partita la sfida con l’apertura di “Pescheria nostrana” a due passi dal centro, avvenuta il 5 maggio, laddove prima c’era una videoteca. E non importa se lì attorno ce ne sono altre due: i fratelli Fassina vogliono crearsi la clientela. «Quando ero giovane», svela Rossano, «avevo lavorato al vecchio mercato di Mestre e trattavo il pesce. Mio fratello è un appassionato pescatore. Ci svegliamo alle 4.30, andiamo al Tronchetto a prendere i prodotti, tutti italiani, e apriamo dalle 8 alle 13. Ora che sistemi tutto, pulisci, rimetti in ordine, prima delle 14.30-15 non vai via. Mia moglie ha un impiego part-time e non potevo stare senza lavoro per troppo tempo. Sappiamo che all’inizio sarà dura, abbiamo delle spese da affrontare. Abbiamo fatto un mutuo per prendere il furgone, i frigoriferi e le attrezzature, usando pure dei soldi messi via. A Noale siamo in affitto. Nessuno ti regala qualcosa. Te lo devi guadagnare, le banche faticano a farti credito. Con le vecchie leggi sarei in pensione: dovrò lavorare altri 10-12 anni». Franco si dice entusiasta della scelta. «Ci piace stare a contatto con la gente», aggiunge, «Credo che chi abbia un sogno, debba provare a realizzarlo. Buttarsi sì, ma con testa».
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