Se n’è andata la compagna di Gori 33 anni dopo l'omicidio Br
FAVARO. Si è tenuto ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Andrea a Favaro l’ultimo saluto a Maria Letizia Scantamburlo, 74 anni, che fu la compagna di Sergio Gori, il vicedirettore dello stabilimento Montedison di Marghera ucciso dalle Brigate rosse il 29 gennaio del 1980. Delle immagini di quel giorno, la più drammatica è quella di Maria Letizia inginocchiata accanto a Gori, vestita di scuro. Maria Letizia è morta venerdì, nella sua casa di Favaro. A dare l’allarme sono stati i vicini, che l’hanno trovata morta in casa, per un infarto, e hanno subito avvisata la figlia Maria Grazia, che era partita per le vacanze con la famiglia ed è subito rientrata in città. Ieri a celebrare la messa, in una chiesa gremita, è stato don Armando Trevisiol, amico della donna, che ha ricordato il suo grande impegno nelle missioni e nel gruppo di Carpenedo delle adozioni a distanza. «Una persona» la ricorda don Armando «che si impegnava moltissimo per il sociale, e che lascia un grande vuoto nella comunità di Carpenendo, nella quale era cresciuta».
Rimasta vedova molto giovane di Ferruccio Silvestri, era in seguito stata la compagna di Gori. Negli anni scorsi aveva partecipato ad alcune iniziative del Coisp, sindacato di polizia, testimoniando il dolore e l’angoscia di quegli anni terribili che sconvolsero la città. A Sergio Gori, Vittima del terrorismo, sono dedicate la via che porta al Parco Alfredo Albanese e una Scuola per l'infanzia a Zelarino. Un cippo commemorativo, inaugurato durante l’edizione del Memory Day del 1999, lo ricorda nel luogo dell'agguato, in viale Garibaldi.
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