Pizza, l’oro del litorale. Se ne fanno 10 milioni seguendo la ricetta doc
JESOLO. Altro che sabbia, è la pizza il vero “oro” del litorale veneziano.
Le pizzerie da Bibione a Sottomarina sono una vera risorsa per il turismo. A Caorle ci sono campioni del mondo e scuole per pizzaioli. Jesolo è stata “colonizzata” dai primi “pizzaiuoli” napoletani negli anni Sessanta.
Francesco Basciano, pizzaiolo jesolano d’adozione, napoletano d’origine e figlio di Gennaro, maestro di generazioni di pizzaioli, rilancia il settore.
«In estate si fanno 10 milioni di pizze tra Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti per un giro da 140 milioni di euro», spiega Basciano, «E sono 1500 le persone impiegate fra pizzaioli camerieri». Rosso come il pomodoro, verde come il basilico, bianco come la mozzarella e la pasta, una mescolanza di farina acqua e lievito. «I condimenti della pizza sono la nostra bandiera che rispecchia le origini», prosegue, «La pizza è vita e anche i dietologi l'hanno sdoganata nella dieta».
La pizza napoletana è patrimonio Unesco. Il consumo di pizza in Italia è ormai a record impensabili: 245 mila tonnellate di farina, 188 mila tonnellate di mozzarella, 190 mila tonnellate di pomodori. Sulla costa i numeri sono grandi: tra Jesolo, Eraclea e Cavallino le pizzerie sono quasi 400, senza calcolare i campeggi.
E proprio a Jesolo c’è sempre stata una radicata tradizione con i migliori pizzaioli napoletani.
«Si pensi a Mario Cuomo che nel 1962 aprì l’omonima pizzeria in via Bafile, oggi gestita dalla famiglia Buscato», ricorda Basciano, «O alla BBB che ha fatto la storia con mio zio Antonio Basciano. Senza dimenticare lo Stiefel in zona faro della famiglia Cancian con Walter, il pizzaiolo. Gennaro Basciano era invece al Milleluci in piazza Nember, oggi della famiglia Enzo. Poi c’è il Cibus Club gestito dalla famiglia Ballarin con il pizzaiolo Paolo. Infine la pizzeria al Campiello con la famiglia Bozzato o la pizzeria Jolanda in via Tevere che è forse la più vecchia del litorale». —
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