Pianiga, imprenditore arrestato per pedopornografia
PIANIGA. Un migliaio di fotografie, qualche decina di video: ragazzine in pose sexy, alcune nude. Tutto materiale salvato nei computer in suo possesso, sia quello dell’ufficio, sia quello di casa. Un imprenditore di 40 anni di Pianiga, titolare di un’azienda nel settore della verniciatura, è stato arrestato con le accuse di detenzione di materiale pedopornografico. È stato un arresto in flagranza al termine delle indagini condotte dalla polizia postale, competente anche per i reati informatici, su disposizione del pubblico ministero di turno Giorgio Gava. Domani mattina, assistito dall’avvocato di fiducia Cesare Tapparo di Udine, l’imprenditore comparirà davanti alla giudice Marta Paccagnella per l’udienza di convalida dell’arresto. Al momento per il quarantenne sono stati disposti gli arresti domiciliari, in attesa della decisione della giudice.
Gli accertamenti a carico dell’imprenditore sono scattati nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Roma che si è avvalsa degli specialisti della polizia postale che sono arrivati a colpo sicuro ad individuare l’uomo di Pianiga. Martedì sono scattate le perquisizioni a carico del quarantenne: gli agenti della polizia si sono presentati sia a casa che nella sede della sua azienda e hanno posto sotto sequestro i computer, nelle cui memorie erano salvati i video e le fotografie di ragazzine nel fiore dell’adolescenza. L’uomo è stato arrestato e portato in commissariato per le procedure di legge, quindi il pubblico ministero ha disposto la misura degli arresti domiciliari. Tutto il materiale che è stato salvato nelle memorie del computer ora dovrà essere attentamente esaminato dagli specialisti.
Al momento all’imprenditore viene contestato il fatto di aver salvato fotografie e video di ragazzine minorenni sugli hard disk dei propri computer. Le indagini tuttavia vanno avanti per accertare non solo la provenienza del materiale pedopornografico, ma anche e soprattutto se il quarantenne lo abbia a sua volta diffuso in Rete con il cosiddetto file sharing. In questo caso la sua posizione si aggraverebbe.
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