Pescatori di frodo Piave e Sile a rischio

SAN DONÀ. Allarme bracconaggio sul Piave e sul Sile, a rischio tutto il delicato ecosistema dei fiumi dove i pescatori di frodo stanno facendo razzie di pesce tutte le notti. La Fipsas, federazione...

SAN DONÀ. Allarme bracconaggio sul Piave e sul Sile, a rischio tutto il delicato ecosistema dei fiumi dove i pescatori di frodo stanno facendo razzie di pesce tutte le notti. La Fipsas, federazione della pesca, con il presidente provinciale Luigi Russo e il responsabile della zona, Costante Marigonda, ha segnalato la presenza di bande che si sono spostate a quanto sembra dal Po per arrivare alle sponde della Piave Vecchia e del Sile, dove la federazione presta servizio di controllo costante con i sui agenti. Già quattro i verbali elevati nei primi giorni dell’anno per 180 euro l’uno.

Nel 2017 i verbali elevati sono stati 34, primo campanello d’allarme che ha evidenziato l’interessamento di queste bande organizzate con grandi reti, provenienti per lo più dai paesi dell’Est dove poi il pesce viene rivenduto. Di notte i bracconieri immergono le enormi reti nei fiumi e riescono a pescare di frodo quintali di pesce. Le reti sono state individuate e sequestrate. Tinche, lucci, lucci perca, carpe e molte altre specie finiscono nelle reti e quindi sono tolte dal loro ambiente che poi non si ripopola. Ecco perché i controlli sono indispensabili, per evitare che i fiumi restino progressivamente senza pesce.

Fanno razzia, anche di pesci ancora piccoli che poi non vengono certo rigettati in acqua, e causano gravi danni all’ecosistema dei fiumi che è molto delicato e può essere sconvolto dal bracconaggio. «Un fatto davvero grave», spiegano il presidente Fipsas Russo e il responsabile della zona Marigonda per la Fipsas della provincia, «i fiumi Sile e Piave Vecchia sono acque di proprietà della federazione, che noi salvaguardiamo con costanti controlli soprattutto di notte quando questi bracconieri entrano in azione. Abbiamo battuto le varie zone lungo questi fiumi e già elevato i primi verbali del 2018, constatando che la presenza di queste bande è sempre più pressante. Abbiamo sanzionato quelli con le reti e anche quelli che pescavano con la canna in modo irregolare. Sembra che si siano spostati dal Po al Piave e Sile per cercare nuove zone di bracconaggio in cui si trova il pesce in abbondanza. Ma rischiano di eliminare tutto il pesce perché con le reti riescono a pescare quintali di pesce ogni notte. Ora intensificheremo i controlli già programmati». (g.ca.)

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