Per la Terza Colonna sei mesi di ricerche: si partirà da ottobre
VENEZIA. Ricerca della Terza Colonna, si parte da ottobre. Il Comune ha rilasciato in questi giorni la concessione per l’occupazione di suolo pubblico e di svolgimento delle ricerche al pool guidato dal promotore del progetto, Roberto Padoan - con lo staff di tecnici e di archeologi, tra cui Luigi Fozzati e Marco Bortoletto, che lo affiancherà nella ricerca della “mitica” Terza Colonna che si sarebbe inabissata prima dello sbarco, nel 1172 insieme a quelle di Marco e del Todaro, secondo la tradizione.
La concessione partirà dal primo ottobre e sarà valida per sei mesi, sino alla fine di marzo, ma potrà essere prorogata di altri tre mesi, fino al giugno 2019, se necessario. La tomografia elettrica grazie ai sensori che verranno installati nell’area del Molo di San Marco, consentirà di individuare anche visivamente le masse sepolte nel fango anche ad una decina di metri dalla superficie, grazie ad una tecnologia brevettata dallo stesso Padoan che permette la chiarificazione delle acque, rendendole trasparenti allo sguardo.
I sondaggi avverranno dalle 20 alle 6 e non disturberanno la fruizione della Piazza e la probabile partenza effettiva dovrebbe avvenire per la metà di ottobre.
Il progetto è stato ampiamente valutato da tutti i soggetti interessati, dai gondolieri agli esercenti, dal Porto di Venezia ai vari soggetti tecnici e imprenditoriali presenti in città, compresa naturalmente la Soprintendenza veneziana, che ha già dato il suo via libera alle ricerche. Il consenso viene anche dal fatto che per la prima volta sarà possibile procedere nel lavoro di ricerca del manufatto senza alcuna conseguenza negativa per la statica della pavimentazione di San Marco.
Già individuati anche gli sponsor, non ancora resi noti - lo saranno con l’avvio dell’indagine - che finanzieranno la ricerca, che non avrà alcun costo per il Comune, che metterà a disposizione solo l’area e che spera anche di ricavare informazioni significative sulle condizioni dei sottoservizi della zona. Ma la ricerca dare risposte anche dal punto di vista della conoscenza di quest’area storica del sottosuolo veneziano attraverso l’indagine non invasiva, condotta con l’uso di sensori elettrici infissi tra i masegni, ma allargata anche al fronte acqueo antistante il Molo.
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