Ore 2, prima acqua alta del 2016 marea sostenuta a 120 centimetri
Prima acqua alta del 2016, ma non come le previsioni avevano ipotizzato. Stanotte, intorno alle 2, la marea ha toccato una quota compresa tra 110 e 120 centimetri, come indicato ieri sera intorno alle 21.30 dal Centro maree che ha parlato di codice arancio. Una quota inferiore per fortuna a quella “eccezionale” annunciata nei giorni scorsi, che parlava addirittura di 140 centimetri, ridimensionata ieri a 130 e poi ulteriormente abbassata. Questione di vento, leggi lo scirocco che ha cominciato a soffiare sull’Adriatico nella mattinata di ieri e ha modificato le previsioni della marea astronomica (50 centimetri). La bassa pressione e il maltempo che imperversano da giorni sull’Italia Nord Occidentale. Una sacca di bassa pressione stretta fra le alte pressioni dei Balcani e del Nord Europa. Fenomeno intenso ma limitato nel tempo. Oggi poi la situazione dovrebbe migliorare ulteriormente. Con una punta di circa 100-110 centimetri prevista per la notte di oggi.
Disagi si sono registrati nelle parti basse della città, ma l’allarme rosso non c’è stato.
Questione di centimetri, perché la particolare conformazione della città risente moltissimo dell’aumento anche di pochi centimetri sul medio mare. È il motivo per cui il Comune aveva proposto, inascoltato, negli anni Novanta di effettuare interventi alternativi e integrativi al Mose, rialzando le rive e isolando le parti basse della città con vasche e sifoni. Costruendo difese a mare per attenuare l’onda di marea, evitando di scavare i canali, riaprendo le valli da pesca al flusso di marea. Interventi diffusi che secondo un ricercatore del Cnr, lo scienziato Georg Umgiesser, avrebbero ridotto le acque alte di 20 centimetri. Significa che la gran parte delle acque medio alte (fra gli 80 e i 100 centimetri) non avrebbero più causato disagi. A 110 centimetri va sotto quasi il 10 per cento della città, a 90 solo il 2-3 per cento per poco tempo. Il sistema di difese locali (paratìe, passerelle, piani terra) regge fino a una quota di 120-130 centimetri. Oltre, si va sotto. Una strada che era stata proposta anche quella di rialzare gli edifici e di avviare una difesa “per insulae”, cioè isolando i canali come si è fatto a Malamocco con il piccolo Mose.
Ma la politica allora aveva scelto un’altra via. Gli esperti del Comune autori degli studi definiti “infermieri” dall’allora sindaco Paolo Costa, in rapporto ai “medici” che erano gli esperti pagati dal governo e i cinque saggi internazionali che avevano scelto il Mose.
Mose destinato a non funzionare per le maree di entità minore che allagano piazza San Marco decine di volte l’anno. E che potrebbe rivelarsi inutilizzabile se davvero il livello del mare dovesse crescere fino a far chiudere le barriere un giorno sì e un giorno no. Significherebbe, dicono gli esperti, l’asfissia della laguna.
Alberto Vitucci
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