Mose e salvaguardia della laguna, l'oceanografo del Cnr: «Clima cambiato maree sempre più frequenti»
VENEZIA. «Nell’ultimo secolo le maree eccezionali, sopra i 140 sono state 18. Negli ultimi due anni ne abbiamo avute 7. È il segno evidente che siamo in presenza del cambiamento climatico. E andrà sempre peggio».
Georg Umgiesser, 62 anni, è un oceanografo esperto di mari e lagune, da sempre ricercatore del Cnr-Ismar. Membro della task force sulla previsione e l’analisi delle maree di cui fanno parte oltre al Cnr anche il Centro maree di Alvise Papa e l’Ispra.
Vent’anni fa, quando di parlava dei progetti alternativi e integrativi al Mose, aveva proposto interventi di “mitigazione” che avrebbero potuto ridurre le maree di almeno 20 centimetri.
Che fine hanno fatto quelle proposte?
«Non se ne è mai fatto nulla. Eppure il fronte adesso è quello: le maree medio alte sono in continuo aumento. E dobbiamo fare qualcosa, al di là del Mose».
Le maree medio alte sono quelle che mandano sotto San Marco.
«Certo. Le acque alte che superano gli 80 centimetri allagano la piazza e la Basilica. Per queste ovviamente il Mose non è previsto. E abbiamo avuto 130 casi in un anno. Vuol dire che la piazza va sotto un giorno ogni tre».
Un anno nero il 2019, con l’Acqua Granda e la seconda marea di sempre.
«Sì ma dobbiamo sapere che non sarà un anno isolato. La frequenza delle acque alte è in aumento. In ottobre abbiamo avuto la marea ogni giorno, anche due volte al giorno a San Marco. Il cambiamento climatico produrrà un aumento del livello del mare, questo è ormai assodato. E dovremo difenderci. Ridurre le cause del riscaldamento e approntare difese locali».
Dunque la situazione è grave
«Il 30 agosto abbiamo avuto un’acqua alta di 103 centimetri. La più alta di sempre in estate. Adesso in ottobre, dunque con qualche anticipo rispetto alla stagione delle acque alte, la Piazza va sotto anche due volte ogni giorno. Bisogna realizzare al più presto le difese locali. Come l’isolamento della Piazza dall’acqua, il progetto «Papa» è un’ottima idea. E poi fare quegli interventi che possono ridurre comunque la marea di qualche decina di centimetri. E’ una strada obbligata se vogliamo salvare la città».
Cosa intende per fdifese locali?
« L’isolamento della piazza San Marco e dell’area marciana, di cui si parla da almeno trent’anni. Sono interventi reversibili e sperimentali. Adattabili a quello che succederà nei prossimi anni. Si può impedire facilmente che l’acqua entri a San Marco chiudendo gli ingressi con valvole e prevedendo pompe per lo svuotamento dell’acqua piovana. Si deve fare in fretta. Come si dovevano fare negli anni Duemila gli interventi di protezione della laguna, le dighe foranee e la riduzione della profondità dei fondali». —
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