Morìa di pesci in Laguna, l’Arpav conferma: «Colpa del caldo e delle alghe»
VENEZIA. Solo il caldo e la mancanza di ossigeno dovuta alle alghe, nessun inquinante in Laguna. Sono i primi risultati della analisi dell’Arpav sulla morìa di pesci di qualche giorno fa a Venezia. I campionamenti sono stati effettuati nel pomeriggio dello scorso 23 luglio.
«Nell’acqua, che presentava una colorazione marrone-rossastra, sono state effettuate misure di temperatura dell’acqua, ossigeno disciolto e relativa percentuale di saturazione, pH e salinità. Si sono riscontrati valori particolarmente elevati del parametro ossigeno disciolto con un massimo di 16 – 17 mg/l ( 250 – 270 Ossigeno % di saturazione) nelle aree di San Giuliano e di Campalto, mentre nell’area lagunare compresa tra Campalto e Tessera i valori degradavano da 13 a 9 mg/l - sottolinea l’Arpav in una nota - Le condizioni di iperossia (eccesso di ossigeno) rilevate sono riconducibili alla fotosintesi clorofilliana degli organismi vegetali, in particolare microalghe planctoniche, presenti in elevata quantità e verosimilmente responsabili della particolare colorazione delle acque. E’ stato inoltre rilevato un elevato valore del parametro temperatura dell’acqua (30 °C), mentre gli altri parametri misurati non presentavano valori anomali».
Tutte le analisi sulla presenza di eventuali inquinanti nell’acqua sono risultate negative. Ecco quanto riporta la nota dell’Arpav: «Cianuri, cloro residuo totale, solfuri, composti organoalogenati sono risultati tutti inferiori al limite di quantificazione; i nutrienti disciolti sono risultati confrontabili con quelli normalmente riscontrati nelle acque della Laguna di Venezia in precedenti monitoraggi eseguiti dall'Agenzia; i metalli pesanti analizzati sono risultati confrontabili con quelli normalmente riscontrati nelle acque della Laguna di Venezia nel corso di precedenti monitoraggi eseguiti dall'Agenzia; i composti aromatici analizzati sono risultati inferiori o pari al limite di quantificazione; in tutti e tre i campioni sono quantificabili gli eteri MTBE (in concentrazione compresa tra 0.24 e 0.51 microgrammi/l) ed ETBE (in concentrazione compresa tra 0.88 e 1.61 microgrammi/l), che vengono impiegati come additivi dei carburanti, presumibilmente associabili al traffico di imbarcazioni a motore in laguna. Tali composti alle concentrazioni rilevate non risultano normalmente tossici per la fauna ittica; relativamente alle analisi ecotossicologiche, tutti e tre i campioni sono risultati negativi al test di tossicità con Vibrio fischeri».
Le analisi di IPA e fitofarmaci, nonché quelle relative all’identificazione del fitoplancton, hanno dei tempi di processo più elevati e sono pertanto ancora in corso; i risultati saranno forniti probabilmente entro venerdì. «Le segnalazioni giunte all’Agenzia già nella giornata di sabato 20 luglio, relative alla presenza di un odore intenso di acido solfidrico, sono verosimilmente associabili alla degradazione anaerobica della biomassa algale e della fauna ittica».
E non è esclusa, infine, la possibilità di un bis: «Sentiti anche gli esperti dell’Università di Venezia, dipartimento di Scienze Ambientali, si ritiene di non poter escludere il verificarsi di ulteriori condizioni di criticità per la fauna ittica con il nuovo previsto aumento delle temperature, specie nelle fasi di marea a ridotto ricambio idrico», conclude la nota dell’Arpav
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