Mestre, l’omicida dei fidanzati aveva in casa 525 cd porno

I supporti informatici erano classificati per attrice e per tipologia di performance. Trovati anche vari film hard nel computer. Tutto il materiale è stato sequestrato

MESTRE. I 525 cd erano diligentemente classificati per attrice e per tipologia di performance hard, stipati negli scatoloni nell’appartamento di via Abruzzo, lo stesso dove Biagio Buonomo e Anastasa Shakurova sono stati uccisi. Non solo: vari altri film pornografici sono stati ritrovati nella memoria del computer di Stefano Perale, il professore di inglese accusato di aver tolto la vita ai fidanzati nella notte tra il 17 e il 18 giugno dello scorso anno. C’è anche questo materiale video tra quanto sequestrato dalla Polizia a casa del professore killer: una raccolta molto consistente di pellicole hard che il docente di inglese aveva collezionato nel corso degli anni, dividendo con estremo rigore i cd secondo appunto i criteri di classificazione dell’attrice protagonista e del genere di prestazione ripreso.

Un dettaglio, quello dei 525 cd hard, che finora non era mai emerso e che aggiunge un’ulteriore ombra sul professore che, secondo il sostituto procuratore Giorgio Gava, è responsabile del duplice omicidio e violenza sessuale, entrambi aggravati, e di procurato aborto. Quella sera di giugno, Stefano Perale, difeso dagli avvocati Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi, non si era limitato a mettere fine alle giovani vite di Biagio e Anastasia, quest’ultima incinta. Prima che lei esalasse l’ultimo respiro, il docente di inglese aveva girato alcuni video a contenuto sessuale con Anastasia stesa a letto, ormai resa inerme dalla massiccia quantità di Stilnox - un potente sonnifero - che Perale aveva preventivamente sciolto in un cocktail “Mimosa” offerto ai suoi due ospiti in apertura di quella che sarebbe stata la loro ultima cena. Video, questi, che Perale aveva realizzato con una telecamera che era già stata predisposta in camera e puntata verso il letto matrimoniale su cui Anastasia si era stesa, era stata violentata e quindi era morta. Un elemento, questo, che darebbe forza alla tesi della premeditazione del delitto.

Sarà la perizia psichiatrica a dover far luce sulla personalità, certamente complessa, del docente di inglese. Il deposito dell’elaborato tecnico disposto dalla gip Marta Paccagnella, dopo un paio di rinvii dovuti alla complessità del caso, dovrebbe avvenire entro i primi giorni di marzo. A metà del prossimo mese è stata fissata l’udienza per la discussione della perizia, dopodiché il pubblico ministero Giorgio Gava dovrebbe chiudere le indagini a carico del docente e chiederne il rinvio a giudizio.

Intanto nei prossimi giorni è atteso il trasferimento di Stefano Perale dal carcere di Santa Maria Maggiore, dov’è recluso dal giorno dell’arresto (e attualmente condivide la cella con altri due killer, il matricida Mauro Padoan Cappella e Ciro Esposito, che a gennaio ha sparato all’amico Ivano Gritti in centro storico a Venezia), a quello di Pordenone. Nel penitenziario friulano si trova infatti una sezione speciale protetta per i detenuti accusati di reati particolarmente gravi o di crimini di natura sessuale. Qui Perale attenderà l’ultima fase delle indagini.

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