L’omaggio del patriarca Moraglia ai caduti della Grande Guerra / FOTO
CRESPANO. In Cima Grappa per partecipare all'annuale "Cerimonia" e unirsi al dolore per le vittime dello scorso sabato a Refrontolo. Fin quassù, a quota 1775 metri sul livello del mare, sono saliti in tanti di ogni nazionalità - italiana, austriaca, ungherese, ceca, slovacca - con ogni mezzo, automobile, pulmino, bicicletta, numerosi anche a piedi. Nella giornata del ricordo di oltre ventimila caduti della Grande Guerra - da ieri sono iniziate le celebrazioni per il Centenario - e nel luogo caro al cuore, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha presieduto la liturgia concelebrata con don Francesco Mascotto e alcuni sacerdoti della diocesi di Padova. Ecco, davanti a migliaia di persone, il presule ha condiviso una pagina di storia, triste e dolorosa, e ha illuminato i cuori dei presenti rievocando la figura di Giuseppe Melchiorre Sarto / San Pio X, patriarca di Venezia per un decennio tra il 1893 e il 1903 e per i successivi undici anni Sommo Pontefice della Chiesa Universale. Monsignor Moraglia ha detto: «Tra il 3 e 4 agosto 1901 l'allora patriarca Sarto percorreva questi pendii, sul dorso di una mula bianca; da queste parti riposò una notte in una semplice «casera», di montanari prima di presiedere in Cima una solenne celebrazione, partecipata da una grande folla, per la benedizione dell'immagine della Madonna».
Nell'omelia monsignor Moraglia ha disegnato un orizzonte evangelico di pace, giustizia e fede. Ricordando i conflitti in Ucraina, Irak e Terra Santa ha esortato «a non aver paura e a saper osare di più». Un'accoglienza calorosa e familiare quella riservata al presule della diocesi lagunare che ha visitato i cimiteri, italiano e austro-ungarico, e lassù non ha lesinato carezze ad anziani, ammalati, bambini. Numerose le autorità militari e civili. Tra queste l'assessore regionale Donazzan e l'onorevole Rossi, sottosegretario di stato alla difesa. Che su Venezia ha sottolineato: «Per la sua rinascita deve ispirarsi ai valori di questo Monte sacro. In questo momento di contingenza economica c'é una disgregazione di valori etici. Da Cima Grappa viene un insegnamento a proseguire su una rinascita morale ancor prima che economica». Il sindaco di Crespano del Grappa, Annalisa Rampin, e il vice sindaco Marco Baratto hanno rammentato il particolare legame con Venezia: «Avevamo una zona franca per i veneziani. A loro vendevamo pezze pregiate di lana che trasportavano in Oriente».
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