In 20 mesi 250 schiavi sottratti alle mafie
Complessivamente tra il 2014 e i primi otto messi di quest’anno il Progetto del Comune di Venezia per la lotta alla tratta degli esseri umani ha consentito di strappare alle organizzazioni criminali 250 “schiavi”. «Un risultato importante che conferma ancora una volta l’efficacia del modello Venezia per far fronte a questo crimine», ha spiegato Claudio Donadel che si occupa per conto del Comune dei servizi antitratta. «Oltre a far emergere questi nuovi schiavi, l’azione congiunta di forze dell’ordine, servizi sociali del Comune e vari enti che si occupano di lavoro ha permesso di causare un danno non indifferente alle organizzazioni criminali, visto che mediamente un nuovo schiavo, ogni giorno, garantisce agli sfruttatori cinquanta euro. Le persone che si è riusciti a togliere ai criminali rappresentano un danno di oltre quattro milioni di euro ai criminali».
I dati sono emersi durante il seminario “#lavoro #diritti #sviluppo sociale”, un laboratorio svoltosi tra martedì e ieri al Vega di Marghera e promosso dal Servizio Promozione inclusione sociale Unità operativa complessa, Protezione sociale e umanitaria del Comune di Venezia.
«Combattere il fenomeno della tratta e dello sfruttamento grave di persone, al cui contrasto è dedicata la Giornata europea del 18 ottobre, non significa solo garantire percorsi di riscatto e inclusione sociale alle vittime, ma anche favorire la legalità e il rispetto dei diritti umani nel mercato del lavoro nonché contribuire alla lotta contro la criminalità organizzata», ha spiegato Donadel.
Le due giornate sono state l’occasione per tracciare un bilancio del programma per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale delle vittime di tratta di cui è capofila il Comune di Venezia, unico in Italia ad avere un’equipe di operatori esclusivamente preposta a quest’area di intervento.
Partito nel 2000, il programma si sviluppa in un percorso che parte dall’attività di emersione e identificazione delle persone vittime di tratta e sfruttamento, le sostiene con un’attività di assistenza che prevede anche sostegno psicologico, prima accoglienza, protezione e accompagnamento legale (che porta anche alla denuncia dei loro sfruttatori), fino all’integrazione sociale anche attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo.
Il progetto, che ha saputo in questi anni costruire una rete solida di partner sul territorio regionale, è nato per far fronte all’aumento del fenomeno della tratta di persone anche nel nostro territorio, ai fini di sfruttamento sessuale ma, ancor più in questi ultimi anni, di quello lavorativo. Sono persone (oggi per lo più maschi) che spesso restano “ostaggio” nelle mani della criminalità organizzata, per periodi più o meno lunghi, non solo sotto il ricatto dell’assenza del permesso di soggiorno ma anche, in alcuni casi, per le loro condizioni di precarietà economica e dunque sociale. Agricoltura, manifatturiero (in particolare il tessile), edilizia, lavoro domestico e ristorazione i settori economici in cui si riscontrano maggiormente queste violazioni dei diritti umani.
Negli ultimi due anni e mezzo sono state 465 le "emersioni", in seguito alle quali circa 250 persone, vittime di tratta, sono state prese in carico dal sistema antitratta veneto e coinvolte in programmi di assistenza e integrazione sociale, quindi anche in percorsi di formazione.
Novanta le imprese coinvolte dal 2014 ad oggi per formazione e tirocini che hanno portato all’inserimento lavorativo di 50 persone, per lo più nei settori della ristorazione, del turismo privato e della cooperazione sociale. Delle imprese, quindici sono state premiate nel corso del seminario, di cui otto cooperative e sette imprese profit: tra le prime “Il Cerchio”, “Iniziative Venete” e “Rio Terà dei Pensieri” di Venezia, “Lunga Marcia”, “Controvento” e “Obiettivo Verde” di Mestre, “Caresà” di Padova e “Progetto Quid” di Verona, e poi “Hotel Malibran” di Venezia, agriturismo “La cascina” di Mestre, pasticceria “Bido” di Noale, “Otium lunch café” di Padova, il ristorante “Antiche cantine Zaccaria” di Tencarola, “Ricicla srl” di Zevio, e “Shopsi srl Natura Sì” di Verona.
Carlo Mion
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