«I forti abbandonati da Stato e Regione»

CAVALLINO. «Una vergogna che Demanio e Regione non abbiano avviato negli anni e non abbiano in progetto azioni di recupero delle storiche fortificazioni a difesa di Venezia presenti a Cavallino-...
PD 12 gennaio 2006 G.M. Inaugurazione mostra Un vagone per la Shoha. Furio Lazzarini spiega la mostra a Giorgio Napolitano (ZUPO) Inaugurazione mostra Un vagone per lo Shoah - Zupo
PD 12 gennaio 2006 G.M. Inaugurazione mostra Un vagone per la Shoha. Furio Lazzarini spiega la mostra a Giorgio Napolitano (ZUPO) Inaugurazione mostra Un vagone per lo Shoah - Zupo

CAVALLINO. «Una vergogna che Demanio e Regione non abbiano avviato negli anni e non abbiano in progetto azioni di recupero delle storiche fortificazioni a difesa di Venezia presenti a Cavallino- Treporti che in questo modo vanno verso lo sfacelo irrecuperabile. Occasione irrinunciabile sarà il Centenario del 2015-2018». Lo hanno affermato gli storici in visita alle batterie Vettor Pisani, Amalfi, San Marco, Radaelli e Forte Treporti, alle varie torri telemetriche e ai bunker del Secondo conflitto, condotti da Leonardo Malatesta, nella visita guidata dallo storico incaricato dal comune Furio Lazzarini.

«In vista del Centenario della Grande guerra e delle iniziative che saranno avviate dall’Unione europea e dalla Regione», dice Malatesta, «mi meraviglio del completo disinteresse di Demanio e Regione, per la valorizzazione di questo patrimonio storico-bellico. In questi ultimi anni, sia il Trentino Alto Adige che il Friuli Venezia Giulia, stanno ristrutturando Forte Campolongo ad Asiago, Forte Col delle Benne a Levico, forte Col Badin a Chiusaforte. Rispetto alle fortificazioni di montagna in luoghi impervi ma visitate da migliaia di appassionati», aggiunge Malatesta, «proprio non capisco le ragioni dell’assoluta mancanza di interesse per le fortificazioni di Cavallino-Treporti che rimangono nel più totale abbandono e degrado, ma ancor più mi risulta singolare e vergognosa, l’occupazione abusiva in molte di queste opere». «Non comprendo perché» incalza Malatesta, «non siano affidate ad associazioni, o lasciate gestire da imprenditori e privati. È increscioso che edifici storici come Batteria Amalfi, protagonista assoluta della difesa di Venezia e delle battaglie sul Piave, non siano visitabili». (f.ma.)

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