Due “pietre d’inciampo” per non dimenticare l’orrore
MIRANO. Da domani chi entra in Corte di Villa Errera “inciamperà” nella memoria delle vittime miranesi della Shoah. In particolare di Paolo Errera e della moglie Nella Grassini, a cui è già intitolata una piazza in centro storico.
È domani infatti, in occasione della Giornata della memoria 2017, che la corte dove si trovano biblioteca e sala consigliare diventeranno teatro di una cerimonia promossa dal Comune e dal Centro pace e legalità “Sonja Slavik”: alle 18 saranno posate due “pietre d’inciampo” in memoria dei coniugi miranesi, arrestati il 25 febbraio 1944 e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da cui non fecero più ritorno. Le pietre d’inciampo (in tedesco “stolpersteine”) sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbano delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei lager nazisti.
L’iniziativa consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, piccoli blocchi in pietra ricoperti con una piastra di ottone, sulla quale sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Le prime pietre furono collocate a Colonia, in Germania, nel 1995. Oggi sono ormai oltre 56 mila posate in 20 paesi europei, 56 mila tracce su cui “inciampare” per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera.
Ora anche Mirano avrà il suo luogo di memoria, proprio nella corte della villa di Paolo Errera, che fu sindaco della città dal 1895 al 1920 e Nella Grassini, sua moglie, entrambi di origine ebraica. Alla cerimonia sarà presente lo stesso Demnig. Alla cerimonia, che sarà accompagnata da musiche e letture in memoria delle vittime dell’Olocausto, interverranno le autorità comunali.
Filippo De Gaspari
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia