Difese e aiutò gli ebrei il conte Marcello Giusto tra le Nazioni
Da atto di eroismo a storia di famiglia, da storia di famiglia a evento pubblico, consacrato con i ricordi e con una cerimonia, ma più di tutto con la viva voce - ancora piena di ardimento - di colui che a tanto coraggio deve la propria vita.
Alla memoria di Alessandro Marcello (1894-1980), nobile di casato e di cuore, che durante la resistenza partigiana nascose - tra gli altri - Milan Cohen e la sua famiglia, sarà conferita l’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni” tributata dall’Istituto per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem, alla presenza, tra gli altri, dell’Ambasciatore di Israele in Italia, Gilon Naor.
Alla cerimonia, che si terrà venerdì mattina a Palazzo Marcello, non mancherà per nessuna ragione al mondo Cohen, che porterà il suo carico di memoria e racconterà ai cinquanta discendenti del conte Alessandro - cinque figli, dodici nipoti, un paio di dozzine di bisnipoti, a sua volta discendente del doge Nicolò e del musicista Benedetto - cosa accadde in quei mesi terribili del 1944 quando l’uomo, ebreo di Banja Luka in fuga, arrivò a Fontanelle e dove, con il falso nome di “Emilio”, trovò rifugio nella villa dei Marcello.
«Siamo stati contattati dall’Ambasciata israeliana che cercava di ricostruire questa storia», racconta il nipote Alessandro, figlio di Girolamo, «e in effetti in famiglia si sapeva che il nonno aveva protetto gli ebrei ma non se ne parlava molto, forse per un po’ di pudore».
Più di settant’anni dopo, ecco che quel lungo periodo in cui nella villa di Fontanelle occupata dai tedeschi si sussultava a ogni passo e si pregava a ogni pasto, diventerà storia da condividere, da passare alle nuove generazioni perchè nulla vada perduto, sulla quale riflettere e naturalmente di cui andare orgogliosi.
«È una storia molto emozionante e saremo tutti presenti», dice ancora Alessandro, «sarà un momento famigliare ma allo stesso tempo anche un’occasione per ricordare l’importanza di questi fatti, specie in un periodo come questo in cui abbiamo bisogno di cose belle».
Da Israele arriverà Milan Cohen che non vede i “ragazzi” Girolamo e Marco Marcello dal 1945, quando giocava insieme a loro in giardino e la nonna Marisa, moglie di Alessandro, raccomandava ai figli di «trattarlo come un amico» affinché la sua presenza non desse sospetti.
Finita la guerra, tra le sue molteplici attività, Marcello ha potuto dedicarsi alla ricerca scientifica, dividendosi tra Venezia e Fontanelle, di cui è stato anche sindaco. In laguna, invece, è stato Procuratore di San Marco, presidente del Museo di Storia Naturale e della Fondazione Querini Stampalia, riuscendo a coniugare la vita pubblica con un costante impegno civico e attenzione verso gli altri.
Manuela Pivato
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