Dalmazia: cerca conchiglie, trova il sigillo del doge

Una bella notizia nel giorno del compleanno di Venezia, che si festeggia il 25 marzo: il manufatto rinvenuto su una spiaggia di Zara reca inciso il nome di Ordelaffo Falier, che nella città morì in battaglia nel 1117
Il cercatore di conchiglie mostra il prezioso sigillo
Il cercatore di conchiglie mostra il prezioso sigillo

ZARA. Se ne va a raccogliere conchiglie lungo la spiaggia di Collovare, a Zara, ed estrae dal mare un pezzo di storia della Serenissima, risalente a circa 900 anni fa. È quanto accaduto al portalettere zaratino Marin Odvitovic, che giorni fa si è recato in questa spiaggia - frequentatissima d’estate - situata nelle vicinanze del centro storico della celebre località della Dalmazia. Qui ha rinvenuto casualmente un sigillo del doge Ordelaffo Falier, che giaceva sott’acqua a mezzo metro di profondità.

L'uomo non si è accorto da principio di avere in mano un’antica testimonianza di Zara e della Repubblica di Venezia, e ha consegnato il piccolo prezioso oggetto all'archeologo e storico zaratino Dejan Filipcic. «Sono rimasto stupefatto quando ho visto il sigillo - ha detto l'esperto - è un ritrovamento di eccezionale importanza, che aggiunge preziose conferme alla storia medievale di queste terre della Dalmazia settentrionale. Sul sigillo è inciso il nome di Ordelaffo Falier (o Ordelafo Falero), che fu il trentaquattresimo doge della Serenissima, nato a Venezia nel 1070 e morto in battaglia a Zara nel 1117».


Su una faccia del marchio è rappresentato Gesù, con il doge veneziano inginocchiato ai suoi piedi nell'atto di ricevere un vessillo. L’altra faccia contiene la scritta "Ordelafo Falero dei Gradux Venecie". Contattato dai giornalisti, Filipcic ha dichiarato che - in accordo con Odvitovic - intende donare il sigillo al Dipartimento di archeologia dell'Ateneo di Zara. «Lo vogliamo fare - ha rilevato Filipcic - perché queto Dipartimento è impegnato nella creazione di una collezione di reperti archeologici rinvenuti a Zara e nei suoi dintorni».
Il responsabile del Dipartimento, Mato Ilkic, non nasconde la sua gioia per il ritrovamento: «Si tratta di un ritrovamento eccezionale e soprattutto utile, poiché non si sa molto su questi oggetti, nel passato alquanto trascurati dagli storici e dagli archeologi. È una testimonianza della storia di Zara,nella fase del suo passaggio dall'Alto Medioevo al pieno Medioevo. Il sigillo conferma inoltre la presenza di questo doge a Zara, dove morì nel 1117. Alla guida di un forte contingente di soldati veneziani, il Doge Falier trovò la morte sotto le mura della città nel tentativo di recuperare Zara, sottraendola al dominio degli Ungheri. Nonostante la ritirata dei soldati della Serenissima - racconta ancora Ilkic - la salma venne pietosamente trasportata fino alle navi e poi a Venezia dove furono resi gli onori pubblici e dove Ordelaffo venne sepolto nella Basilica di San Marco. È importante dunque che questo sigillo resti a Zara, nella sua Università degli studi».
A detta di Ilkic, non sempre i reperti archeologici rinvenuti nella città e nel suo circondario vengono consegnati alle competenti autorità. In parecchi casi si preferisce vendere gli oggetti antichi e di valore, con grave danno per il patrimonio storico-culturale. Ma per fortuna questo non è stato il caso del postino di Zara.
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia