Dal Lido a Ca’ Foscari, pietre d’inciampo per non dimenticare
LIDO. Anche il Lido, così come Venezia e le altre isole della laguna, non fu al riparo dai nefasti tentacoli dei campi di sterminio nazisti. E da gennaio, una pietra d’inciampo in via Orso Partecipazio sarà lì a ricordare ciò a cui la follia umana può portare: le vittime dell’olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale, gente comune la cui vita fu travolta dall’approvazione delle leggi razziali. Il prossimo 22 gennaio, infatti, saranno posate tredici pietre d’inciampo in giro per la città, tra cui la prima al Lido. La cerimonia inizierà alle 9.30, al civico numero 4 di via Partecipazio. Qui sarà posta la piccola targa di ottone, della dimensione di un sampietrino (10cm x 10cm) e su cui sono incisi i nomi delle persone, l’anno di nascita, la data, il luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta.
Riporterà i nomi della famiglia Bassani (Edgardo, Franco, Tina e Nives Servadio), arrestati il primo dicembre del 1943 e deportati ad Auschitz. Alle 11, nella sede centrale di Ca’ Foscari sarà posata una pietra in ricordo di Olga Blumenthal Secrétant, lettrice di tedesco all'Ateneo deportata nel’44 a Ravensbruck, dove morì il 24 febbraio 1945, all'età di 71 anni.
Dopo una lectio magistralis tenuta da Gunter Demnig, ideatore nel ’95 dell’iniziativa delle Pietre d’inciampo, la cerimonia di posa riprenderà intorno alle ore 14 nei pressi di San Moisè. Qui saranno inserite nel terreno due pietre in memoria di Giuseppe e Giulio Fano, arrestati il 5 giugno del ’44 e deportati ad Auschwitz. Sempre a San Marco sarà ricordata Emma Gertrude Calimani, arrestata il 5 dicembre del ’43 e deportata nello stesso campo di sterminio polacco, dove perse la vita nel febbraio del ’44. Davanti al civico 5393 di Castello, una pietra porterà il nome di Bruno Bassani, nato in quella casa nel 1912 e lì arrestato nel dicembre del ’43, prima di essere assassinato a Buchenwald.
All’Ospedale civile una pietra collettiva testimonierà i fatti accaduti nel ’44, quando quindici pazienti ebrei furono prelevati con la forza dalle loro degenze per essere deportati nei lager nazisti.
Le ultime sette pietre d’inciampo saranno posate a Cannaregio, un sestiere sconvolto più di altri nel periodo nefasto delle deportazioni. Porteranno i nomi di Anna Bassani (civico 5373), di Gustavo Corinaldi (civico 1171), di Achille Aboaf (civico 1445), di Regina Aboaf (civico 1215), di Edoardo Bassani (civico 2874), di Ida Calimani Navarro (civico 1091), e infine di Aldo Levi (civico 105).
Le tredici pietre d’inciampo davanti alle case dei veneziani deportati che saranno posizionate il 22 gennaio si aggiungono alle 56 già incastonate a partire dal giorno della memoria del 2014, con la prima edizione dell’iniziativa. Attiva in laguna dal 2014, l’iniziativa è stata promossa dal Comune di Venezia, insieme alla Comunità Ebraica, al Centro Tedesco di Studi Veneziani, all’Istituto veneziano per la storia della resistenza e della società contemporanea (Iveser), Insula, e con il patrocinio del Consiglio d’Europa. Il progetto è aperto alla cittadinanza, e dà la possibilità di dedicare una pietra su commissione e di offrirsi per la manutenzione dei porfidi. Una mappa interattiva disponibile sul sito dedicato mostrerà l’esatta posizione delle pietre, dislocate tra Cannaregio, Castello, San Marco, San Polo, San Servolo e, dal prossimo gennaio, anche al Lido.
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