“Caso Venezia” a Istanbul nella sessione dell’Unesco
“Venezia è il mio futuro” non si ferma. Avrà un seguito la protesta civile -promossa tra gli altri da Fai, Italia Nostra, Gruppo 25 Aprile e Associazione Masegni & Nizioleti - che ha visto sabato circa 300 striscioni appesi a case, monumenti e palazzi della città per testimoniare la volontà di tanti veneziani di difendere l’integrità e l’immagine della città, soffocata dalla monocultura turistica, dalla paccottiglia, dal degrado. Una protesta che ha avuto un’eco anche internazionale con striscioni che sono apparsi a Parigi, sulla scalinata della Chiesa del Sacre Coeur, a Varsavia, in Svizzera. Gli striscioni esposti rimarranno al loro posto ancora per qualche settimana, almeno fino alla Festa del Redentore, anche per sensibilizzare i turisti che arrivano per il tradizionale mordi-e-fuggi a quello che è il sentimento di molti residenti. Non di opposizione al turismo, ma di difesa dell’immagine della città.
Ma già si pensa a future iniziative, ed una è già stata programmata, come conferma la presidente della sezione veneziana di Italia Nostra, Lidia Fersuoch. «Una nostra delegazione andrà nei prossimi giorni (dal 10 al 20 luglio, ndr) a Istanbul», spiega, «dov’è in programma la sessione annuale dell’Unesco in cui verrà discusso anche il caso Venezia, sulla base del rapporto compiuto dagli ispettori venuti in sopralluogo lo scorso anno, per decidere se inserire la città tra i siti monumentali a rischio. Ebbene noi porteremo la documentazione di quanto è avvenuto in questi giorni a Venezia, con la mobilitazione dei cittadini, per dimostrare che c’è una parte consistente di veneziani che non si rassegna a vedere la propria città stravolta dal turismo e dal traffico crocieristico e che chiede all’Unesco di aiutarli a difenderne l’identità».
Intanto, mentre a Venezia si svolgeva la manifestazione sull’orgoglio dei residenti, il Comitato No Grandi Navi ha parlato della difesa di Venezia e della sua Laguna al Forum sul turismo sostenibile di Barcellona. Parte la Campagna internazionale “Facciamo respirare il Mediterraneo” per estendere al Mediterraneo la zona di protezione SECA. Previsti monitoraggi indipendenti sull’inquinamento delle navi a Venezia a Genova e in altri porti del Mediterraneo.
In particolare il Comitato No Grandi Navi con Ambiente Venezia chiede che a Venezia venga progettata e predisposta una nuova rete di rilevazione per il controllo e monitoraggio del traffico acqueo cittadino e lagunare con l’installazione di un adeguato numero di centraline fisse e di nuova strumentazione per rilevazioni mobili per controllare gli inquinanti atmosferici più pericolosi per la salute umana (polveri ultrasottili comprese) nelle vicinanze delle zone a maggior traffico e nelle aree di ricaduta degli inquinanti.(e.t.)
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