«Cambiano nome al paese proponiamo Altinum»

Quarto. Una nuova associazione ha lanciato la sua idea davanti a una platea di ex sindaci, candidati e parroci. «Buona idea, ma serve un referendum»

QUARTO D'ALTINO. Il suo nome è Altinum Smart, ed è la neonata associazione che si è presentata ieri alla cittadinanza con l'obiettivo di far diventare il paese più forte, più grande, più riconoscibile nell'area metropolitana. Come? «Cambiando tutto, perfino il nome». Che muterà in Altinum. «Ci rendiamo conto che partire cambiando un nome che ha 70 anni non è un impatto semplice», spiegano il presidente Massimo Bisconcin e il vicepresidente Michele Masè (consulente smart) ma crediamo che un nuovo nome sia la scelta migliore per far capire a tutti la voglia di cambiamento. Perché questo è il nostro vero obiettivo: cambiare Quarto d’Altino per trasformarlo in una realtà turistica di alto livello. Alle spiagge il turismo leggero, a noi quello storico, artistico e culturale».

Tra il pubblico aspiranti candidati sindaco, ex sindaci, presidenti di associazioni, imprenditori, i due parroci, don Gianpiero Lauro e don Gianni Fazzini, il vicesindaco Raffaela Giomo, l'assessore Radames Favaro. «Potrebbe essere una idea innovativa quella di cambiare nome», commenta Giomo, «ma bisogna sentire la cittadinanza». Così Loredano Marcassa, già due volte sindaco: «È una bella idea, ma non so quanto digeribile potrebbe essere da chi è nato qui, e poi, come minimo, servirebbe un referendum, che costa». «Potrebbe essere una provocazione in positivo», aggiunge Radames Favaro, «ma sono i cittadini che dovranno valutare e decidere in un percorso condiviso». In una situazione politica non chiara», spiega Masè, «vogliamo mettere insieme un progetto partecipato che raccolga istanze di cittadini, commercianti, imprenditori, che venga rispettato dalla prossima amministrazione. Vogliamo che Quarto diventi punto di riferimento per le vie d'acqua, la laguna, l'area archeologica non l'appendice estrema dell'area metropolitana e in questo senso ciascuno può portare un mattoncino di legno che verrà assemblato da chi si candida. Serve una forte identità, non Quarto, Crete, Portegrandi, Altino, per questo proponiamo di tornare ad Altinum. Smart vuol dire incrociare programma e finanziamenti».

Ci sarà un pulmino, lo Smartlab, che andrà in giro a raccogliere istanze. E poi il sito, i social. «L'amministrazione uscente», prosegue Masè, «ha lavorato bene per creare le basi, ma oggi serve essere economicamente sostenibili, per questo serve un cambio di marcia». La ricetta? «Il disegno strategico evidenzia quattro peculiarità: girare il paese verso il Sile e non verso l'autostrada, valorizzare il secondo polo attrattivo dopo l'outlet di Noventa, ossia l'area archeologica di Altino, puntare sul contesto lagunare riqualificando il borgo di Portegrandi e la conca e, infine, sviluppare infrastrutture e competenze per rendere più fruibile il territorio».

Marta Artico

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