Caldo africano con massime a 36 gradi: è allarme a Venezia
VENEZIA. Clima torrido per colpa della “bolla di calore” portata dall’anticiclone atlantico Caronte su tutta Italia con temperature massime percepite di oltre 30 grandi. Sono previsti picchi di 36 gradi tra sabato e lunedì e tasso di umidità fino all’80 % nelle ore notturne.
Stato di allarme per disagio fisico. La Protezione Civile del Veneto ha dichiarato lo “stato di allarme per disagio fisico” nella zona costiera della regione per le prossime ore. Il disagio fisico è previsto in peggioramento sino a diventare intenso, nel fine settimana, in tutte le zone climatiche. E’ attivo il numero verde 800462340, realizzato con la collaborazione del Servizio Telesoccorso e Telecontrollo, nonché il servizio di reperibilità per la segnalazione di eventuali emergenze di competenza dell’Unità di Progetto Protezione Civile.
La regione: "Attivato protocollo". In considerazione dell’ondata di calore che sta già interessando tutto il Veneto, è scattato il “Protocollo per la Prevenzione delle Patologie da Elevate Temperature”, un’articolata macchina organizzativa e assistenziale rivolta agli anziani, ai bambini da zero a 4 anni, a diabetici, ipertesi, portatori di malattie renali, venose e respiratorie, alle persone non autosufficienti e a pazienti sottoposti a terapie farmacologiche particolarmente “pesanti”.
Ne dà notizia l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. “Quanto previsto dal piano – sottolinea Coletto – rimarrà in vigore sino a quando sarà necessario e quindi, se le previsioni meteo sono azzeccate, per più di qualche giorno. Tutte le strutture ospedaliere e territoriali sono pronte a dare il massimo sostegno a cjhi dovesse avere conseguenze alla salute da tale situazione”.
L’organizzazione del piano è stata ulteriormente rafforzata, ma ricalca la positiva esperienza fatta negli anni scorsi. Si parte da uno specifico lavoro previsionale dell’Arpav e del Centro Meteorologico di Teolo, che porta all’emissione di un bollettino quotidiano sullo stato climatico suddiviso in 4 aree (costiera, continentale, pedemontana e montana), che integra le previsioni del tempo, il monitoraggio dell’ozono, l’indice di disagio fisico (l’Humidex) e la previsione della qualità dell’aria.
Quando la sintesi di questi fattori indica il superamento della soglia di rischio scatta l’allarme, a cura della Sala Operativa Regionale della Protezione Civile, e la relativa attivazione a cascata di una serie di servizi ospedalieri e territoriali (Suem 118, Pronto soccorso, e distretti sanitari) in grado di rispondere celermente alle necessità di assistenza e alle indicazioni delle direzioni generali di riferimento, sia della Regione che delle singole Ullss. Gli operatori specializzati delle centrali 118 pongono particolare attenzione alle chiamate ricevute e, qualora il problema appaia collegato allo stato climatico, ne valutano la gravità e dispongono l’invio prioritario di un mezzo di soccorso. Particolare importanza ha l’assistenza sul territorio, con l’allertamento dei distretti sociosanitari per attivare le forme di assistenza necessarie sia domiciliari che nelle strutture residenziali, come le case di riposo. Fino a settembre i direttori generali delle Ullss potranno anche autorizzare i medici di medicina generale ad attivare i protocolli di assistenza programmata domiciliare oltre il tetto massimo previsto dalle normative.
Sulla base dell’indice “Humidex”, nell’estate scorsa (periodo giugno-settembre) le giornate con condizioni climatiche pericolose per la salute nelle quali il Piano Caldo è scattato sono state 13. 42 sono stati i giorni con disagio “elevato”; 25 quelli con disagio “moderato”; 12 quelli con disagio “assente”.
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