Bracconieri senza scrupoli, gattini usati come esche vive

Alcuni cuccioli di uno o due mesi legati con il fil di ferro trovati e liberati dai volontari a Tessera. L'allarme dell'associazione "I mici del Forte": «Sono stati immobilizzati per attrarre prede più grosse e si sono lacerati le carni. Non credevamo ai nostri occhi per tanta cattiveria». Si cercano testimoni per fermare la banda 

MESTRE. Alcuni cuccioli di gatto, di uno e due mesi, vittime di cacciatori di frodo o bracconieri senza scrupoli nel quadrante di Tessera adiacente all'aeroporto. Si tratta di una zona di fitta boscaglia dov’è facile far perdere le tracce o cacciare senza licenza. I fatti risalgono a pochi giorni fa quando l'associazione “I mici del Forte” viene chiamata in piena notte da un abitante della zona che aveva sentito al pomeriggio strani lamenti provenire dalla zona boschiva. Intervenuti di notte i volontari si sono trovati di fronte ad alcuni cuccioli legati con il fil di ferro e lasciati lì per attirare prede più grandi.

Gattina trafitta da una freccia, caccia al killer
La gattina trovata trafitta dal dardo tirato con una balestra

Il primo micio è stato trovato avvolto nel filo metallico, seviziato e torturato. Alcuni ragazzi stentavano a credere ai loro occhi.Per loro parla Andrea Venerando, presidente della Onlus “I mici del Forte”: «Ci troviamo davanti ad un'operazione di caccia di frodo o bracconaggio studiata quasi chirurgicamente. Gli animali vengono immobilizzati e lasciati negli spazi più ampi per attirare prede grosse, come esche vive. Il problema è che, nel frattempo, il cucciolo, spaventato e affamato, nel tentativo di divincolarsi si lacera le carni, infettando le ferite o addirittura procurandosi fratture. I veri cacciatori usano esche vive ma in gabbia e le liberano una volta attirata la preda desiderata. Questi sono solo atti di maltrattamento. Stiamo battendo la zona palmo a palmo alla ricerca di altri cuccioli. Temiamo possano essere molti di più». Intanto le condizioni del primo cucciolo sono tuttora critiche e nemmeno il veterinario se la sente di esprimere una prognosi. «Siamo una delle poche associazioni che fa turni di notte per salvare animali», conclude Venerando, «e pensavamo di aver visto tutto. Purtroppo abbiamo dovuto ricrederci». Chiunque avesse informazioni può contattare l'associazione al sito www.imicidifortemarghera.it. 

«Pochi gatti in città, perché?»

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