Bracconieri scatenati a caccia nell'oasi di Marcon

L'area naturale di riproduzione devastata dalle battute di caccia. Studiosi a rischio per le fucilate. Intervento dei carabinieri
Un airone cinerino nell'Oasi di Gaggio di Marcon
Un airone cinerino nell'Oasi di Gaggio di Marcon

MARCON. Bracconieri nell'Oasi di riproduzione per uccelli gestita dalla Lega italiana protezione uccelli (Lipu) a Gaggio di Marcon.

A rischiare sono stati gli studiosi e i volontari della Lipu che stavano effettuando dei censimenti, quando, profittando della fitta coltre di nebbia, alcuni bracconieri hanno cominciato a sparare a tutto spiano.

L'attività venatoria svolta in area vietata alla caccia risultava così intensa e i colpi così numerosi che i volontari per non rischiare di essere colpiti hanno dovuto interrompere l'attività di monitoraggio e attendere il diradarsi della nebbia.

Sono stati allertati i carabinieri forestali e la polizia provinciale richiedendo un intervento sul posto. Ad ora, a caccia quasi chiusa per il termine della stagione venatoria, il 31 gennaio, nell'area dell'Oasi di Gaggio si infierisce particolarmente nei confronti della fauna.

Sono state riscontrate molte impronte di cani sospinti all'interno. I cacciatori ce li mandano per far usciere gli animali selvatici per poi abbatterli. Questa forte attività di bracconaggio nuoce particolarmente alle specie come l'Airone grigio che sono in atteggiamento pre-nuziale.

L'Oasi di Gaggio per le caratteristiche ambientali rimane sempre più un punto di rifugio e protezione per tanti uccelli,  un punto indispensabile per sosta e approvvigionamento di tanti migratori impegnati in viaggi di migliaia di chilometri.

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