Autisti assunti con contratti capestro
Sfruttamento della manodopera nelle società che lavorano per conto dei grandi corrieri espressi e nuovi contratti per autisti costretti ad avere la partita Iva: la Guardia di Finanza ha iniziato un’indagine dopo diverse segnalazioni. Alcuni di questi lavoratori si sono rivolti allo Slai Cobas, il sindacato che già si è occupato di situazioni simili che riguardano dipendenti delle cooperative impegnate nella costruzioni di navi per la Fincantieri.
Diverse segnalazioni sono arrivate al sindacato e alla Guardia di Finanza che ora vuole capire se la situazione è grave come viene raccontata dalle persone che l’hanno portata alla luce. Chi ha scritto spiega di come siano assunti autisti, in particolare stranieri, con contratti regolari sulla carta che poi, però, al momento del pagamento dello stipendio, non vengono mai rispettati. Un esempio: se sulla busta paga è scritto che lo stipendio pagato è di 1.200 euro, in realtà al dipendente ne vengono consegnati 800. Ci sono poi gli autisti con partita Iva che accettano condizioni capestro. Sono praticamente tutti stranieri che hanno l’obbligo di garantire un servizio sei giorni su sei senza se e senza ma. Inoltre il contratto prevede che se un giorno l’autista è malato deve essere lui a procurare un altro autista che lo sostituisca nel giro delle consegna.
A questo punto non si capisce con che contratto il nuovo autista lavora e chi lo paga. È in regola, o meno? Gli vengono garantiti i minimi diritti di un lavoratore? Ha la partita Iva anche lui? Ha i titoli per svolgere questo lavoro? Oppure si tratta di un amico che per quel giorno fa un piacere all’autista malato?
Stando a chi ha sollevato la questione, nessuno verifica le caratteristiche di questi nuovi autisti. E c’è il sospetto che i titolari di partita Iva subappaltino il lavoro volontariamente a connazionali o ad altri stranieri amici, trattenendosi parte del denaro destinato al pagamento della giornata lavorativa. In sostanza subappaltano il giro, mentre loro lavorano da un’altra parte.
Questa situazione, a dire di professionisti del settore, sta distruggendo numerosi dei cosiddetti “padroncini”. Ditte individuali che fino ad un paio di anni fa costituivano la spina dorsale di questo settore.
Sottopagati, nessun diritto contrattuale e sindacale e per di più grimaldello per creare concorrenza sleale e far perdere i diritti a un’intera categoria. Sono questi i nuovi “operai autisti” su cui sta indagando la Guardia di Finanza da qualche mese. Riguardano diverse persone.
Per certi aspetti la vicenda ricorda quella delle cooperative che lavoravano per la Fincantieri a Porto Marghera, impegnate a costruire le grandi navi da crociera. Anche in quel caso operai stranieri costretti a firmare contratti che solitamente non capivano: sulla carta la cifra dello stipendio era regolare in busta si trovavano meno denaro. Quindi le denunce dello Slai Cobas, le indagini e ora i processi contro gli sfruttatori. Qualcuno di questi è già stato arrestato in seguito ad un’operazione della DDA di Palermo per un’altra inchiesta.
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