Zennaro quinto in Arabia «Regata dura ma unica»

Il chioggiotto scelto come tattico dalla Adelasia di Torres all’Arabian Sailing Tour «Ci è capitata una barca lenta e ci siamo scontrati con team di soli professionisti»

CHIOGGIA. Enrico Zennaro, reduce dal quinto posto conquistato con il team Adelasia di Torres all’Arabian Sailing Tour 2017, racconta l’ennesima avventura velica che l’ha visto protagonista nella regata a tappe da Muscat a Dubai, toccando i porti di Sohar, Khasab, Abu Dhaby e Doha. La regata, lunga 750 miglia in 5 tappe, era organizzata dall’Oman Sail.

«Quando sono stato chiamato per ricoprire il ruolo di tattico all’Arabian Sailing Tour per conto dell’armatore Renato Azara», racconta il campione chioggiotto, «ho subito capito che avrei vissuto un’esperienza unica e indimenticabile. Abbiamo navigato in zone stupende dal punto di vista della natura, conoscendo culture diverse in ogni tappa. Siamo passati dalle pazzesche città di Abu Dhabi, Doha e Dubai, dove i grattacieli sono uno più alto e strano dell’altro, ai piccoli paesini di pescatori di Sohar e Khasab avvolti da rocce calcaree che sembravano paesaggi lunari. Muscat forse è stata la città più bella per il calore della popolazione e perché è la città che, secondo me, rispecchia di più l’Arabia».

Qualche critica Zennaro la rivolge al tipo di barche utilizzate: «Alcune sono più veloci di altre: un sorteggio iniziale e un cambio barca a ogni tappa avrebbero reso più entusiasmante la parte agonistica. Noi, essendo stato l’ultimo team arrivato, ci siamo trovati su una barca lenta».

Quanto al risultato, il velista chioggiotto commenta: «Il quinto posto rispecchia il nostro valore. Il nostro team era formato da 3 professionisti su 7. Lo scontro contro team formati completamente da professionisti non è stato facile: gli avversari erano molto esperti in navigazioni offshore. Molti top team avevano atleti con all’attivo partecipazioni alla Volvo Ocean Race, alla Solitaire du Figaro, al Tour de France. Sicuramente di errori ne abbiamo commessi tanti, il più grosso è stato quello di passare all’interno di un’area proibita che delimitava lo specchio d’acqua privato davanti alla residenza estiva del Sultano dell’Oman: questo ci è costato la squalifica non scartabile nella prima prova. Lo abbiamo fatto perché per tutta la prima tappa abbiamo dovuto navigare senza strumenti e di notte non è stato facile, non solo per la performance, ma anche per la sicurezza: la rotta passava attraverso una zona di ancoraggio navi ed alcune avevano le luci spente». Zennaro ricorda anche il migliore risultato: «L’ultima tappa da Doha a Dubai nella quale per tutte le 205 miglia abbiamo navigato con lo spinnaker, concludendo secondi. Il rientro a motore di notte dopo aver tagliato l’arrivo davanti ai grattacieli illuminati sarà un ricordo che mi porterò nel cuore».

Laura Bergamin

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