Zara: «A Schio un esame importante»
MESTRE. Ritorna il derby, l’Umana si appresta a presentarsi sul parquet del PalaCampagnola per misurare la sua crescita al cospetto della Famila, la squadra italiana di gran lunga più forte del lotto. Una sfida particolare per Francesca Zara, vicentina di Bassano, che proprio nel minibasket di Schio ha iniziato la sua lunghissima carriera nel 1985. «È passato tanto tempo, quasi non ricordo per quante stagioni sono rimasta a Schio» spiega il play dell’Umana, «ci sono rimasta comunque poco, poi ho deciso di andare a Vicenza e non ho più avuto modo di indossare la casacca della Famila. Occasioni? Quasi nessuna, forse si ricordano ancora di quando ho scelto Vicenza, non so il motivo. L’unico contatto l’ho avuto quando stavo ritornando da Mosca, mi chiamò coach Orlando per sapere i miei programmi. La sua telefonata mi fece piacere, ma avevo già firmato per Valenciennes». Umana al PalCampagnola, dopo Lucca alle giovani di Liberalotto tocca in sorte la corazzata-Schio. «La miglior squadra del campionato, una delle più forti d’Europa, e adesso è arrivata anche l’americana Harris. Noi non dobbiamo pensare tanto a Schio, quanto al nostro disegno-partita. Innanzitutto scendere in campo senza paura. La Famila è fortissima, noi non dobbiamo andar là come fossimo una vittima predestinata». Le due squadre si sono già affrontate nella finale del quadrangolare di Schio e la Famila si impose ampiamente (91-47). «Una partita che non fa testo, in precampionato ogni allenatore segue un suo programma, non pensa al risultato, ma ai carichi di lavoro, a recuperare le infortunate, a ruotare le giocatrici. Sarà un’altra partita. Dove siamo cresciute? Nella fluidità del gioco, sono stati inseriti altri giochi e abbiamo ritrovato McCallum, anche se non può essere ancora al top dopo il doppio infortunio. Dovremo portare in campo una cattiveria agonista maggiore e soprattutto non sbagliare l’atteggiamento iniziale». L’esperienza di Francesca Zara al servizio delle più giovani. «Siamo un gran bel gruppo. Sono molto brave, rispetto alle loro coetanee che vedo in giro di un livello superiore. Lavorano seriamente e capiscono molto velocemente. Devono solo abituarsi a un campionato dove ritmo e fisicità sono superiori alla serie A/2, questione di tempo e partite come quella di Schio servono per crescere rapidamente».
Michele Contessa
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