Vitucci, veneziano doc «Umana, dovrò batterti»

MESTRE. Prima o poi doveva accadere. Un anno fa, il ritorno al Taliercio svanì perché la Reyer fu costretta a emigrare a Ferrara per l’ultima gara contro Avellino. La sorte, subdola e cinica, aveva in serbo di rifarsi con gli interessi, così Francesco Vitucci rischia di presentarsi al Taliercio da avversario della Reyer per quattro volte nell’arco di una manciata di giorni. Da spettatore è già ritornato spesso, seduto comodamente in gradinata, ma già domenica dovrà prendere posto in panchina, quella stessa dove sedeva da allenatore della Reyer. Compreso quel giorno di giugno della magica promozione contro Rimini. «È da allora che non torno al Taliercio se non da spettatore, è la prima volta da avversario della Reyer», osserva il tecnico della Cimberio, «ne sono passati di anni. Prima o poi doveva capitare».
Giugno 1996, diciassette anni quasi. Vi torna da head-coach della Cimberio Varese, la squadra che ha dominato la regular season. «Quella di domenica è una partita che non conta niente ai fini della classifica», osserva Francesco Vitucci, «per noi può avere un valore statistico, un successo ci consentirebbe di stabilire il record di vittorie in regular season nei campionati a 16 squadre”» Poi sulla strada verso la finale Vitucci incrocerà nuovamente la Reyer. «Così ha stabilito l’andamento della regular season, sappiamo che per proseguire il nostro cammino dobbiamo eliminare la Reyer nei quarti di finale come avremmo dovuto battere un altro avversario». A Varese, la Cimberio ha ricreato l’entusiasmo degli anni in cui il club lombardo si imponeva in Italia e in Europa.
«Varese non vinceva la regular season da 25 anni», ricorda il tecnico di Cannaregio, «siamo stati in testa alla classifica dalla prima all’ultima giornata, quasi sempre in solitudine. Nessuno poteva ipotizzare una cavalcata del genere la scorsa estate, quando il nostro obiettivo era migliorare l’ottavo posto di un anno fa. Abbiamo chiuso imbattuti la pre-season, non abbiamo mai avuto cedimenti nel corso della regular season, anche le partite perse ce le siamo giocate fino alla fine, anche quelle in cui eravamo incompleti. Risultati che hanno contribuito a ricreare l’entusiasmo degli anni d’oro del basket varesino».
L’obiettivo finale non è un’utopia. «Sognare non costa niente, ma non abbiamo alcuna pressione. Nessuno ci obbliga a vincere lo scudetto, però siamo lì ed è giusto provarci. Per arrivare in finale e giocarci lo scudetto dovremmo innanzitutto eliminare la Reyer». Tre partite al Taliercio sono sicure tra ultima giornata e primi turni dei playoff. «Spero che la serie non sia lunga», aggiunge Vitucci, «giocando ogni 48 ore evitarci qualche partita non sarebbe male. I playoff al meglio elle 7 partite? L’ho già detto:, è una formula che non mi trova favorevole. Trovo esagerato rischiare di giocare un altro campionato in un mese e mezzo». (m.c.)
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