«Veniamo a Venezia porterò il Settebello in Bacino San Marco»
di Simone Bianchi
MESTRE
«. Poter giocare una partita con il Settebello in Bacino San Marco sarebbe un’emozione incredibile e al tempo stesso un grande spot promozionale per la nostra pallanuoto». Parole e auspici di Alessandro Campagna, grandissimo ex pallanuotista e tra i migliori tecnici al mondo, ora ct azzurro. Ieri era a Mestre assieme al capitano Christian Presciutti per partecipare ai festeggiamenti dei 60 anni della Mestrina. Un’occasione per parlare di passato, presente e futuro.
«Se mi guardo alle spalle penso all’oro vinto a Barcellona con l’Italia, quando in una finale epica battemmo la Spagna padrona di casa», ricorda Campagna, «a 13 anni vidi la prima partita dell’Italia a Montreal ’76 con mio cugino e gli dissi: un giorno vincerò anch’io. Ce la feci 15 anni più tardi, e me ne ricordai sul podio. Da allenatore hai responsabilità diverse. Se penso agli anni alla guida della Grecia vedo una mia crescita, perché quell’esperienza mi è servita tantissimo dovendomi abituare a una diversa mentalità. Da alcuni anni sono alla guida dell’Italia e le soddisfazioni continuano ad arrivare. Abbiamo vinto i Mondiali a Shanghai, siamo saliti sul podio a Rio de Janeiro e siamo costantemente tra le otto migliori squadre del mondo». Una nazionale che vive un momento di ricambio generazionale.
«Ma che ha un serbatoio ottimo», aggiunge il ct azzurro, « Abbiamo lavorato molto bene sul settore giovanile e dato la possibilità a tanti ragazzi di prendere contatto con l’ambiente del Settebello. Verso Tokyo 2020 ci sarà spazio per molti altri atleti emergenti. La Mestrina? È una società storica della nostra pallanuoto, ci feci delle partite contro da giovane, ma il Veneto merita di emergere in questa disciplina. Sarebbe bello portare la nazionale qui a Mestre. Certo, l’impianto è più piccolo, ma magari una amichevole contro Brescia o qualche altra squadra si potrebbe fare. I giovani devono avere la possibilità d’ incontrare i nostri campioni».
E tra questi c’è Christian Presciutti, nato proprio a Venezia, anche se poi si è trasferito vicino Roma per gli impegni di lavoro del padre. «Far crescere la pallanuoto è importante», osserva il capitano azzurro all’ultima Olimpiade, «ed è un piacere essere qui a Mestre. Sono felice per come è andata a Rio perché ho realizzato il sogno di giocare con mio fratello in nazionale e di vincere una medaglia olimpica con lui. A Londra avevo perso una finale, che ancora mi sogno la notte, e avere la possibilità di rivivere ancora una simile emozione non ha avuto eguali. Abbiamo fatto un percorso incredibile in Brasile, e con sette debuttanti in squadra non era facile. Il futuro può essere nostro».
Intanto lo spauracchio si chiama Serbia, battistrada di un movimento slavo che con Croazia e Montenegro è sempre al top. «Dopo il ciclo olimpico appena concluso ora se ne apre un alto», sottolinea Alessandro Campagna, «e il nostro obiettivo sarà quello di rimanere sempre nelle prime quattro a partire dai Mondiali del prossimo anno. Christian lo vedo bene come allenatore, ma tra qualche anno perché può fare ancora tanto per la nazionale. Ha doti eccezionali». Intanto il presidente della Mestrina, Diego Vecchiato, ha ribadito la necessità che la città si doti di un nuovo impianto, poiché quello attuale è lungo 25 metri contro i 33 necessari per disputare le partite. Tanto da costringere il club a giocare a Vicenza con un enorme aggravio di costi: 500 euro a incontro. Un auspicio raccolto dallo stesso ct azzurro per il bene dello sviluppo locale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia