«Venezia, un piano per rimanere in Serie A ma consideriamo l’ipotesi retrocessione»

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Ripartire dal secondo tempo contro l’Empoli. Parola di Duncan Niederauer, che lunedì in videoconferenza stampa ha tracciato la via per la salvezza. E soprattutto il futuro del Venezia: «Dal punto di vista tecnico, noi abbiamo un piano ben preciso per mantenere la Serie A», spiega il presidente arancioneroverde. «Da parte mia però sarebbe del tutto irresponsabile non tenere conto dell’ipotesi retrocessione. Non ne parlo perché sono ottimista. Ma è il nostro lavoro: come l’anno scorso abbiamo analizzato due scenari differenti in base alla categoria in cui avremmo giocato, così facciamo oggi in vista della prossima stagione. Ovunque saremo, quello che conta è il progetto Venezia nel lungo termine».
TRA PENZO E TALIERCIO
Niente all-in o ansie da prestazione. È lo stile del dirigente americano, che il 18 febbraio festeggerà i due anni di presidenza del club: da quando la solida eredità di Tacopina è andata a lui, l’intero ambiente veneziano si è visto sgravato da sogni pesanti – lo stadio nuovo – realizzando di aver già tanto su cui puntare. «I lavori di ristrutturazione al Penzo sono finiti e sono molto soddisfatto del risultato», annuncia Niederauer, – l’ampliamento a 16mila posti sarà obbligatorio solo in caso di salvezza: scaramanzia o meno, di questo finora non si è parlato. «Ora c’è il capitolo centro sportivo Taliercio», dove il Venezia studia un centro sportivo multidisciplinare all’ultimo grido. «Abbiamo una concessione di 40 anni, ho incontrato di nuovo il sindaco e nei prossimi mesi conto di avere un planning dettagliato per l’intera area di intervento. Lo ribadisco: quello sul quartier generale è il nostro investimento principale, su cui ruota l’intero processo di crescita del club. Ciò non significa che ci tireremo fuori dal progetto stadio in terraferma. Ma al training center trascorriamo oltre 200 giorni all’anno, allo stadio una trentina». La missione Taliercio va ben oltre l’ammodernamento delle strutture. «Sarà la casa della nostra academy, guidata da Isaac Guerrero», direttore tecnico arrivato a settembre dal Barcellona, «per diventare un’incubatrice di talenti e quindi una garanzia per il futuro del Venezia. Così come il nostro settore femminile, che mi sta rendendo orgoglioso sul campo – la squadra è al comando del girone B di Serie C – e si sta rafforzando fuori. È anche sul piano del marketing che dobbiamo espanderci». Il nuovo store arancioneroverde in campo Santi Apostoli ha aperto da meno di due mesi. «Ma siamo pronti ad aprirne un altro in centro storico. E poi anche al Taliercio, appena finiranno i lavori».
TESTA AL CAMPIONATO
Oltre alle infrastrutture, il Venezia deve consolidare il rapporto con i suoi tifosi. Un’operazione paziente – anche contro l’Empoli 3. 805 spettatori: un dato migliorabile –, che il presidente non sottovaluta: «Il prepartita l’ho trascorso a Sant’Elena a chiacchierare con la gente e a fare foto con i più piccoli. Vedere questa passione mi riempie di gioia: è chiaro che le gare di cartello fanno numeri diversi, ma è proprio nelle sfide come quella di domenica che possiamo recuperare punti per la salvezza. Ora in casa abbiamo dieci finali: il pubblico è il nostro dodicesimo uomo e ho chiesto allo staff organizzativo nuove soluzioni per rendere i biglietti più accessibili» Baluardo Niederauer. «Per la mia squadra, sempre. Ci faremo sentire anche sulla gara non disputata contro la Salernitana: non c’è altra decisione accettabile se non il 3-0 a tavolino». —
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