Venezia, un errore cacciare Zanetti. Anche con la Juve la squadra non ha demeritato
Dopo l’ennesima sconfitta di misura con la Juventus, risulta ancora più imperdonabile la scelta di licenziare il mister, che anche se retrocessi, sarebbe stato un lusso averlo in panchina in serie B
VENEZIA. Il Primo maggio di quest’anno, a Venezia, in tanti lo abbiamo dedicato – fra le altre e gli altri – a Paolo Zanetti, uno che in quasi due anni ha lavorato sodo, e talmente bene da portare in serie A una squadra, il Venezia, che all’inizio del campionato di serie B 2020-2021, vista la rosa a disposizione dell’allenatore, era fra le candidate alla retrocessione in serie C.
Alla fine di quel campionato, mister Zanetti e i suoi giocatori hanno lasciato alle spalle squadroni costruiti ad hoc, e a suon di quattrini, per salire in serie A. Se li è lasciati indietro e nella massima serie ci ha portato la squadra della nostra città.
Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, tantomeno noi tifosi, e invece uno degli allenatori più giovani in circolazione e decisamente il migliore della sua generazione ha reso possibile l’impresa.
Impresa che avrebbe potuto portare a compimento anche in questo campionato, con la salvezza, e se non gli fosse riuscita, se la squadra arancioneroverde fosse retrocessa dopo un solo anno di serie A, chiunque, davvero chiunque, non avrebbe vuoto nulla da rimproverargli.
Salvo due che stanno a capo della società, digiuni di calcio italiano, venendo entrambi da oltreoceano. Zanetti l’ha sfiorata la seconda impresa, e senza nulla togliere a Soncin, che lo ha sostituito in panchina, anche contro la Juve, a Torino, il Venezia ha sfiorato l’impresa.
C’è voluta una doppietta di un monumento del calcio italiano, Leonardo Bonucci, per impedire ad Aramu e compagni di portare a casa almeno un punto. Merito, sia chiaro, di Paolo Zanetti. Perché se facciamo un piccolo (ma sempre raro, fatto da pochi) sforzo di memoria, necessario per capire come siano andate le cose, scopriamo che il Venezia, nonostante le sconfitte, nonostante l’ultimo posto in classifica, nonostante tutto, non è mai stata messa davvero sotto da nessuna squadra di questo campionato.
Forse solo l’Atalanta a Bergamo e il Milan al Penzo. Per questo, dopo l’ennesima sconfitta di misura con la Juventus, risulta ancora più imperdonabile la scelta di licenziare Paolo Zanetti, che anche se retrocessi, sarebbe stato un lusso averlo in panchina in serie B.
Uno che, ebbene sì, meritava di essere sulla sua panchina anche e soprattutto il Primo maggio, festa dei lavoratori. Perchè lui il suo lavoro lo aveva fatto bene, eccome. Altri, da oltreoceano, forse un po’ meno.
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