Venezia, sconfitta pesantissima: la Salernitana vince al Penzo al 95’
Apre Aramu, nella ripresa il rosso ad Ampadu cambia il match: pareggia Bonazzoli, all’ultimo papera di Romero, c’è Schiavone. Finisce 1-2
VENEZIA. Battaglia era annunciata al Penzo, tra Venezia e Salernitana, e puntualmente così è stata. E' finita 2-1 per i campani con l'ennesima beffa in pieno recupero, per mano oltretutto di un ex, Schiavone. Una sfida tra due club che negli ultimi anni non è stata mai banale, e si è confermata tale pure questa volta tra i gol anche di Aramu e Bonazzoli, il rosso ad Ampadu e l'errore finale di Romero.
PLAY Dopo tutti gli scongiuri fatti lunedì, Zanetti recupera Busio che, mancando Vacca e Fiordilino, deve assolutamente vestire i panni del regista per far ragionare la squadra. Poi spazio al turnover, ma non troppo, con Mazzocchi e Molinaro sugli esterni di difesa, e un ritrovato Caldara davanti a Romero. Con il confermato Kiyine dal 1', ex di turno tra l'altro, Aramu si prende il posto dietro le punte: Okereke sulla velocità e Forte in quel giusto mix tra opportunismo e capacità di far salire la squadra. Ma c'è un problema, quello creato da Colantuono inserendo Djuric dall'inizio. Una mossa che del resto Zanetti supponeva, ritrovandosi una torre a sparigliare le carte. E con il grande sforzo da proporre per ingabbiare le idee di Ribery, cosa peraltro fatta poi benissimo, i centrali devono avere quattro occhi a testa per contenere l'attaccante di origini bosniache.
TENSIONE La sfida non regala il tutto esaurito, ma una festa tra tifoserie gemellate quella sì. In un clima sereno le uniche scosse ci sono in mezzo al campo. Il Venezia parte contratto, sornione, pur giocando molto bene palla a terra, tuttavia deve prendere le misure ai campani che sono fisici e atletici. Poi assesta alla Salernitana l'equivalente di un ceffone a mano piena. Manco a dirlo ci pensa ancora Aramu, sempre lui, al terzo centro consecutivo nelle sfide del Penzo. Ma l'azione è corale e nasce al 14': la ispira Molinaro dalla sinistra, che centra con una genialata di Okereke che fa velo e apre una autostrada per il compagno. Aramu non deve neppure prendere la mira, perché si vede lontano un miglio che Belec non ci può arrivare.
RUOLI Quelli dati da Zanetti sono chiari, il compito è svolto con diligenza, tanto che Ribery e Bonazzoli si ritrovano la museruola. Ma resta Djuric che riesce sempre a rendere pericolosi dei palloni innocui. Ne sa qualcosa Romero che deve sporcarsi i guanti per allontanare il pericolo. A tenere invece sulla corda gli ospiti ci pensa ripetutamente Okereke, che per tre volte parte palla al piede e fa impazzire agli avversari, ma con poca fortuna stavolta. Crnigoj da par suo svaria come se nulla fosse da destra a sinistra.
PRESSIONE & PARI La Salernitana non può certo stare a guardare, perché la sconfitta al Penzo sarebbe veleno puro, e quindi inizia la ripresa schiacciando il Venezia. Dopo l'intervallo Zanetti cambia Aramu (reduce dalla febbre) con Ampadu, e allora quest'ultimo va in regia facendo slittare Busio a sinistra e Kiyine tra le punte. Prova e riprova alla fine gli ospiti passano con Bonazzoli al primo pallone utile (16'), che calcia tra le gambe di Molinaro e inganna Romero. La situazione peggiora poco dopo, perché Ampadu, che nel frattempo si era preso un giallo a metà campo, va sotto la doccia col rosso diretto al 23' per un intervento su Ribery. Il piede del gallese è sul pallone, ma l'arbitro conferma la decisione anche dopo averla rivista anche al Var.
Venezia in dieci e i campani prendono ancor più coraggio, Colantuono getta nella mischia tutti gli attaccanti disponibili per tentare il colpaccio, e in campo volano anche colpi proibiti con la tensione che inizia a tagliarsi a fette. Ma non hanno fatto i conti con Svoboda, che per due volte sfiora il gol. Il Venezia ci mette cuore e coraggio, si impadronisce dei minuti finali ma tanta generosità non basta. All'unica vera opportunità lasciata ai granata, e siamo al 50', Schiavone intercetta un pallone davanti a Romero (uscita a vuoto) e insacca. Apoteosi campana, disastro arancioneroverde che pesa come un macigno soprattutto sul morale della squadra di Zanetti.
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