Venezia Calcio, Bazzani: «Con il Monza fondamentali i tre punti»

L’ex giocatore prima e vice allenatore poi dei lagunari, inquadra il momento della squadra di Di Francesco: «Hanno una loro identità, ma serve più cinismo negli ultimi 20 metri»

Giuseppe Malaguti
Fabio Bazzani, nel 2019 sulla panchina del Venezia come vice di Serse Cosmi (Foto Interpress)
Fabio Bazzani, nel 2019 sulla panchina del Venezia come vice di Serse Cosmi (Foto Interpress)

Fabio Bazzani, classe 1976, è stato, in due momenti diversi, giocatore del Venezia. Una lunga carriera da bomber anche in club importanti come Perugia, Sampdoria e Lazio. Poi diventa allenatore e il vice di Serse Cosmi nelle esperienze di Ascoli, Perugia e anche il laguna. Sul campo l’ultima esperienza è come vice del compianto Sinisa Mihjalovic al Bologna. In seguito diventa un dei più validi opinionisti tv del nostro calcio.

Come ha visto il Venezia contro il Lecce?

«Ho visto un Venezia sicuramente vivo che chiaramente ha questo problema cronico di riuscire a realizzare, però mantiene le speranza di poter raggiungere la salvezza attraverso delle prestazioni di buon livello. La squadra ha una sua identità, organizzazione di gioco e ha spirito. È chiaro che, nei dettagli, soprattutto negli ultimi 20 metri, non riesce ad essere efficace. Di Francesco è stato bravissimo a non far perdere alla squadra convinzione di potercela fare e adesso siamo al dunque».

Non segnare è solo un problema degli attaccanti?

«Il problema non riguarda solo gli attaccanti, perché, in linea generale, il Venezia quando arriva davanti ha poca cattiveria e poca dimestichezza nel fare gol. È vero che le punte fanno fatica a realizzare, ma io allargherei la situazione a un aspetto di fase offensiva. Mi riferisco anche a determinate situazioni legate ai centrocampisti che vanno sfruttate meglio: mi viene in mente con il Lecce il tiro di Doumbia con il tiro finito altissimo nonostante fosse libero da marcature, oppure il colpo di testa di Kike Perez».

Cosa dice della partenza di Pohjanpalo?

«Un giocatore come Pohjanpalo, che ha fatto grandi cose a Venezia, capisco possa mancare, però la A non è come la B. Non ci sono controprove che con la sua permanenza potesse essere diversa la situazione».

Le prossime due partite con Monza e Empoli saranno decisive?

«Con il Monza c’è un solo risultato, qualora il Venezia lo raggiungesse. andrebbe a Empoli con uno spirito importante e con grande consapevolezza. Sono partite che hai l’obbligo di vincere, mancando sempre meno partite al termine della stagione».

Cosa ha detto questa Serie A fino a oggi?

«L’Inter si sta dimostrando la squadra più forte e la favorita per lo scudetto, ma ha trovato un Napoli eccellente che ha complicato non poco la corsa verso il titolo. Poi c’è una bellissima lotta per l’Europa, soprattutto per la Champions, con la conferma del Bologna che sta facendo un campionato straordinario ed è la squadra che gioca il miglior calcio. Tra le big la delusione è sicuramente il Milan. Per il resto, sotto, la solita bagarre con solo il Monza che sembra spacciato e il Verona che è quello messo meglio».

Quali sono i giocatori che l’hanno colpita in questa stagione?

«Nico Paz più di tutti: mi ha fatto da subito una impressione straordinaria per la qualità e la personalità. Aggiungo l’esplosione di Kean, non pensavo potesse avere un impatto così devastante facendo reparto da solo e segnando con grande continuità. Poi mi piace citare Nicolussi Caviglia a cui sono legato perché l’ho allenato a Perugia con Cosmi e ha fatto un altro step importante della propria carriera. Di Francesco gli ha dato le chiavi del centrocampo ed è cresciuto».

I ricordi con il Venezia?

«Bellissimi, con Novellino e Prandelli vincemmo i campionati. Da vice allenatore il ricordo di un playout assurdo con la Salernitana, purtroppo non andò bene. Il legame ai colori arancioneroverde è ancora fortissimo e rimarrà sempre tale».

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