Venezia, buon punto avanti a piccoli passi

Pareggio meritato al “Manuzzi”, esordio di Vicario in Serie B 
INVIATO A CESENA. Ci sta. Pareggiare a Cesena non è un brutto risultato, con un po’ di fattore C il Venezia avrebbe potuto anche vincere, ma essere in credito con la fortuna può essere utile per un’altra volta. Il Venezia non fa gol, ma neanche ne prende: 0-0 e va bene così..


Le scelte.
Come gioca il Venezia? Inzaghi aspetta di avere tutti i giocatori a disposizione prima di dare una identità tattica alla formazione. Si spiega così la scelta di pendolare tra un 3-5-2 annunciato e un 5-3-2 veloce a trasformarsi quando il pallone lo hanno gli altri. Tre mastini in mezzo alla difesa, comunque, danno una certa solidità alla squadra e il Cesena se ne accorge alla svelta, visto che nel primo tempo i romagnoli creano una sola palla-gol, sprecata di testa da Scognamiglio. Il resto è la formazione prevista, Gejio è ancora in castigo, Audero e Mlakar a rappresentare la Patria in campo, Zigoni e Moreo le punte ad aspettare palloni, ma ne arrivano pochi.


Il Cesena.
Tre in difesa, del resto Kupisz è un tornante vecchio stampo, di quelli che consumano la fascia ma non fa la fase difensiva. Il gioco ruota attorno a Laribi, quando i bianconeri cercano la manovra con palloni rasoterra combinano qualcosa di buono, ma se il gioco parte dal lancio lungo del difensore, la palla è persa.


Primo tempo.
Zero a zero all’intervallo, più che un risultato è una fotografia. Parate dei portieri? Praticamente nessuna, Russo si vede in un paio di uscite comode, Fulignati è in relax totale, e l’incornata di Zigoni al 24’ (buono il cross di Bentivoglio) va fuori di un metro. Si vedono parecchi errori in fase di impostazione, forse dovuti anche al fatto che si gioca su ritmi abbastanza sostenuti, per essere alla seconda di campionato.


Collegamenti.
Non è una scoperta dire che è più facile interrompere il gioco degli altri che creare il proprio. Sotto questo punto di vista il Venezia ci mette buona volontà, la strada però appare unica, quella che passa dalle fasce laterali e porta al cross, insomma, l’arma vincente dello scorso campionato. Ma questo è un campionato diverso, serve qualcosa di più incisivo,


Secondo tempo.
Non si muore di caldo, rispetto alle precedenti partite, ma fiato e gambe non sono ancora omologati per i 90’. Le due squadre si regalano qualche metro, insomma nessuno va ad aggredire chi ha il pallone. La partita scorre senza sussulti ma ci si avvicina di più alla porta. Occasioni: Zigoni alza la mira su assist di Moreo, Gliozzi (ex Sudtirol) molla un destro che si perde sul fondo, Moreo prova di testa su servizio di Falzerano e un cross di Kupisz è un invito che nessuno sfrutta.


Cambi.
Il Cesena deve azzardare qualcosa e al 66’ gioca la carta Cacia. Acquisto dell’ultima ora di mercato, il principe dei bomber della Serie B dà il cambio a Gliozzi ed è accolto con un’ovazione che avranno sentito fino a Rimini. Scontro Russo-Moncini in area, il portiere esce malconcio e lascia il posto a Vicario, esordiente in B. Così, alla seconda partita ancora in corso il Venezia può dire di aver impiegato già tre portieri. Finale in crescendo, doppia occasione Marsura-Falzerano e stavolta è grande il portiere del Cesena. Gli ultimi minuti sono un count down, al Venezia il pari va bene, anche se c’è il rammarico per quel pallone di Falzerano. La curva bianconera canta “Romagna mia”, e allora va bene a tutti.


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