Venezia al tramonto. Serie D più vicina
MESTRE. Venezia in bilico, Venezia in attesa. Poche ore alla scadenza del 30 giugno e la situazione di instabilità sta prendendo il sopravvento. La documentazione per iscriversi è pronta, manca l’essenziale: il denaro. Con Korablin silente che dovrà farsi vivo, anche solo via fax, per delegare chi firmerà domani la domanda di iscrizione essendo inibito fino a metà agosto.
Quali sono gli scenari possibili? Almeno tre: il presidente Korablin cede in extremis la società; il Venezia si iscrive domani, ma non paga gli arretrati e non presenta la fidejussione; l’FBC Unione Venezia chiude i battenti e riparte dalla serie D con un altro assetto societario.
Una vicenda, come si può intuire, che potrebbe anche non chiudersi domani. Nascosto dietro le quinte, Korablin sta manovrando per cedere in extremis la società, voci parlano di una cordata veneta e una straniera in trattativa. I debiti del Venezia non sono esorbitanti per chi avesse effettivamente liquidità disponibile: 1,2-1,3 milioni per saldare i debiti, 500-600 mila euro con i fornitori. Sempre soldi, è vero, ma niente in confronto al “buco” di 6 anni fa o a quelli di altri club. Chi vuole effettivamente il Venezia, senza ritrovarsi a gestire una stagione con 4-5 punti di penalizzazione, deve chiudere la trattativa entro domani, effettuare i bonifici e presentare la fidejussione dal 400 mila euro. Secondo scenario: nessuno riesce a chiudere entro il 30 giugno, il direttore generale Dante Scibilia presenta la domanda di iscrizione da 35 mila euro, garantendo alla società altre due settimane di vita per trovare un acquirente, consapevole quest’ultimo che dal primo luglio dovrà fronteggiare anche una pesante penalizzazione.
Terzo scenario: la situazione non trova soluzioni alternative nemmeno entro entro il 14 luglio, il Venezia non potrà presentare ricorso alla Co.Vi.Soc. e sparirà dai professionisti, come accaduto nel 2009.
Sparito il Lodo Petrucci, che garantì la serie C/2 nel 2005, sparita la Seconda Divisione, bisognerebbe creare una società ex novo, per la terza volta nell’ultimo decennio (SSC Venezia nel 2005 e FBC Unione Venezia nel 2009), con un nuovo numero di matricola federale, ovviamente dopo aver trovato chi voglia salvare il calcio veneziano. In quel caso rischia di essere compromesso anche il lavoro compiuto da Mattia Collauto nel settore giovanile con i ragazzi liberi di accasarsi altrove in caso di sparizione dell’FBC Unione Venezia. E tanti di quei giovani potrebbero costituire l’ossatura under sia in Lega Pro, dove saranno obbligatori 8 giovani in rosa, sia in un’eventuale ripartenza dalla serie D, dove c’è ancora l’obbligo di schierare un numero preciso di giovani per annata in campo.
Michele Contessa
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