Veneto-Gavazzi, poca aria di pace

Rugby. Innocenti conferma la linea intransigente verso numero 1 della Fir al Panathlon di Mestre

MESTRE. Sul tavolo, tra il risotto ed il branzino, il piatto più fumante è servito quasi a sorpresa dal presidente del Comitato Regionale Veneto, Marzio Innocenti. «I presidenti di Mogliano e Rovigo hanno dichiarato che per loro non c'è alcun problema, resta il fatto che lo statuto federale sul punto sembra essere piuttosto chiaro, e che a mio avviso una seria valutazione sull'opportunità di cedere quelle quote societarie andava fatta a prescindere». Lo sfondo è quello della tradizionale serata conviviale del Panathlon Club di Mestre. Lunedì sera, all'hotel Bologna, si parlava di rugby, visto nelle sue molteplici sfaccettature di fenomeno di costume, di prodotto di marketing, di oasi di valori ancora intatti e di intricato labirinto geo-politico. E sul tema caldo del giorno, l'incompatibilità dell'attuale presidente FIR Alfredo Gavazzi con il ruolo di co-proprietario di un club, Calvisano, fortemente indiziato di diventare il prossimo campione d'Italia, Innocenti non le ha mandate a dire, alla vigilia del primo, attesissimo faccia a faccia tra i due dopo un tormentato dialogo a colpi di interviste e lettere al vetriolo che dura da più di un anno (l'appuntamento è per venerdì prossimo a Padova, a margine della visita presidenziale ai club veneti).

Sotto il sapiente pungolo di Giorgio Chinellato e di Adriano Tota, presidente e consigliere del Panathlon Mestre, i toni colloquiali hanno trovato così qualche spruzzatina di pepe in più, visto che alla cena era invitato anche Roberto Facchini, presidente del Mogliano. «Confermo che sulla vicenda dell'incompatibilità mi sento assolutamente tranquillo. Se i comportamenti rimangono trasparenti non vedo problemi rispetto al possesso di quelle quote da parte del presidente Gavazzi. Anche volendole cedere, poi, trovare qualcuno disposto ad acquisirle sarebbe difficilissimo: le mie, a Mogliano, sto provando a regalarle da molto tempo, ma nessuno si è mai fatto avanti».

Una realtà, quella dei piani alti, distante anni luce dal rugby fatto di polvere, sudore, amicizia e birra testimoniato da un gruppo come quello mestrino dei "Putei Veci", che nel loro raccontarsi attraverso le parole del presidente Tommaso Mingati e del capitano Giuseppe Agostini hanno chiarito a tutti quanto romantico idealismo possa celarsi dietro il cliché dello sport duro per uomini duri. E poi ancora la Nuova Zelanda ovale raccontata dal mestrino Elvis Lucchese nel suo "Meta Nuova Zelanda", ed il Veneto regione-leader in perenne ricerca di un'identità: «I Dogi sono il fine ultimo e alto di questo Comitato» ha spiegato nuovamente Innocenti, «nei mesi scorsi il tentativo di ricostituzione è andato male per vari motivi, non solo economici ma anche e soprattutto per la mancanza dei tempi giusti. I Dogi devono essere la bandiera sotto cui tutte le società venete possano riconoscersi, con un ruolo attivo come accade nelle franchigie anglo-sassoni, non in quelle un po' di plastica all'italiana. Si tratta di un progetto su cui continuiamo a lavorare» ha aggiunto in conclusione Innocenti, «sapendo che potenzialmente nella nostra regione le risorse per farli nascere e crescere ci sono tutte, a patto di rispettare la loro natura di patrimonio collettivo».

Gianluca Galzerano

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