Valentina, stella della danza sportiva

MESTRE. Valentina non cammina, fluttua sui piedi leggeri con le punte costantemente divaricate verso l'esterno, quando entra per la prima volta dopo sei mesi in quella che è stata per anni la sua palestra e la sua scuola. Immediatamente, le compagne della Terraglio Danza le si fanno incontro circondandola, due baci sfiorati sulle guance con il collo elegantemente allungato e poi via con le domande, perché lei, Valentina, dall'estate scorsa ha cambiato vita entrando stabilmente al Teatro dell'Opera di Roma, confermando il valore di un talento naturale scoperto a due anni dal Maestro Carlo Zaja e poi valorizzato tra studi classici e danza sportiva dallo stesso insegnante nelle ultime tre stagioni presso la Polisportiva del presidente Giorgi.
Titoli regionali, italiani ed internazionali fioccati con una continuità impressionante, a mettere in luce la tecnica ed il carattere di questa ragazzina dodicenne mestrina nata per ballare sulle punte, tanto da mettere in fila per averla nei rispettivi corpi di ballo anche palcoscenici del calibro dell'Accademia Nazionale di Danza Roma e dell'Opera di Parigi.
«Per Valentina la danza è tutto, e quando l'anno scorso è stato chiaro che la sua strada doveva essere quella, io e mio marito abbiamo deciso di sostenerla trasferendoci stabilmente a Roma per seguirla nel suo percorso» racconta mamma. «L'inizio non è stato per nulla facile, né per lei, né per noi: una nuova città, una nuova scuola, e poi il teatro, dove il clima tra le ragazze non è di sicuro idilliaco visto il livello di competitività generale».
Un clima, per inciso, reso ancora più spigoloso dal fatto che Valentina, per il livello tecnico acquisito, è stata ammessa direttamente al terzo anno (15 e 16 anni) anziché al secondo come da età anagrafica.
«Diciamo che non sono la loro compagna preferita...» conferma la giovane ballerina con un sorriso amaro, «io però vado dritta per la mia strada, mi piace tantissimo quello che sto facendo e gli insegnanti con me sono gentili, anche se molto severi».
Tecnica, eleganza, forza fisica e solidità mentale: questi gli elementi che fanno la differenza nella costruzione di una étoile, una vita di sacrifici sostenuto da una passione incrollabile per la propria arte. «Mi sveglio tutte le mattine alle 6.40, vado a scuola (in seconda media, con una media di voti altissima, ndr) fino alle 14, quindi di corsa al teatro, dove si balla tutti i giorni dalle 15 alle 20. Poi torno a casa, mangio e mi metto a studiare fino a quando resisto sveglia». E il giorno dopo, stesso copione.
«Francamente io e suo padre ci chiediamo come faccia, ma lei è così, determinata e soddisfatta» precisa nuovamente la mamma, «del resto, in una disciplina come la danza non ci sono alternative ad un approccio di questo tipo, e di questo siamo tutti consapevoli, lei per prima».
Impegno, sacrificio, ma anche le prime soddisfazioni: «Quest'estate sono arrivati i primi ingaggi veri, con tanto di busta paga da parte del Teatro dell'Opera» prosegue il Maestro Zaja, rimasto il primo consigliere della giovane Valentina Stefani per ogni passo e qualunque dubbio anche a distanza. «Lo Schiaccianoci a Roma, mentre al Teatro degli Champs Élisées di Parigi Il Pipistrello, che sono andato a vedere restando veramente colpito per i suoi progressi e per la presenza scenica. Valentina ha davvero tutte le carte in regola per diventare qualcuno, l'importante è che rimanga fedele a se stessa, rispettando il dono del suo talento con un lavoro costante e facendo le scelte anche meno facili, ma sempre con l'obiettivo di puntare al massimo».
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