Valentina, luminosa étoile predestinata

Undici anni di volontà e passione per la danza: dopo il bronzo ai Mondiali guarda a Tokyo 2020 e la Scala le apre le porte

MESTRE. Lo sguardo sveglio, acceso da due occhi luminosi e vivaci, quasi contrasta la corporatura aggraziata e minuta, ancora in viaggio tra la bimba e l’adolescente che Valentina si appresta a diventare con i suoi 11 anni: «Faccio la prima media al Cervi, mi piacciono molto italiano e storia: a volte è un po’ dura perché allenandomi tutti i pomeriggi studio alla sera e di solito finisco verso mezzanotte. Però la danza è la cosa più importante per me, e questo sacrificio lo faccio volentieri». Papà Claudio, baffo imbiancato e spalle larghe, annuisce ed aggiunge: «In realtà a scuola i voti sono alti, pur avendo orari e carichi di lavoro a volte sono massacranti, ma ballare è qualcosa che è dentro di lei fin da piccolissima e da genitori vogliamo aiutarla in ogni modo».

Valentina Stefani pare una ballerina predestinata: a due anni viene coinvolta dal maestro Carlo Zaja dell’Istituto Caburlotto, che fatica a farla danzare senza l’inseparabile ciuccio. All’inizio le piacciono tanto le scarpette e le gonnelline di tulle, che indossa anche per andare a dormire, poi però ogni momento è buono per provare spaccate, salti e piroette anche in casa. «Che in lei ci fosse qualcosa di fuori dal comune lo si è capito molto presto, perché quello che alle altre risultava difficile, a lei riusciva con una naturalezza incredibile», ricorda l’insegnante, ora suo responsabile anche presso il settore Danza della Polisportiva Terraglio, «Valentina ha tutto per diventare qualcuno, e se nella danza sportiva i suoi risultati parlano da soli, le audizioni sostenute alla Scala di Milano e all’Opéra di Parigi lo confermano anche in ambito accademico».

La Danza Sportiva, che pratica da due anni, è una specialità relativamente recente, presente a Tokyo 2020: «Con la medaglia di bronzo ai Mondiali di novembre in Polonia, un posto con la squadra azzurra in Giappone lo ha già conquistato di diritto», conferma il papà, mentre Valentina elenca orgogliosa i suoi titoli: «Primo posto ai campionati regionali e italiani sia di categoria che assoluti, prima in Coppa Italia e poi terza ai Mondiali!». Ma è in teatro che le cose sono andate davvero verso i suoi sogni: selezionata per un’audizione alla Scala, ad aprile riesce in una prova magnifica che la ammette alla classe di inserimento di giugno. Un mese da pendolare, tutti i giorni treno di andata alle 6 e rientro alle 21: una fatica enorme, ma l’impressione sul corpo docente è tanta che anche se un gap di 3 centimetri sulla statura minima richiesta le impedisce la conferma immediata, il direttore dell’Accademia Frédéric Olivieri se ne innamora e la inserisce in un programma a distanza. Ora che quei 3 centimetri sono arrivati, la strada verso la carriera di étoile è aperta: «Il prossimo giugno farà il mese di inserimento definitivo, poi da settembre la sua vita diventerà quella della Scala, con mamma rigorosamente al seguito», racconta il papà. «Ero andata bene anche alla selezione all’Opera di Parigi, ma il problema della lingua era grande», conclude Valentina, «e poi il mio sogno è sempre stato ballare alla Scala».

Gianluca Galzerano

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