Un Venezia decimato da Covid e mercato, perde nel recupero con l’Ascoli
Coppa Italia, 3-2 al Penzo per la squadra di Bucchi. Un pazzesco finale con due reti di Mikaellsson. Decide una rovesciata di Fontana
L’Ascoli supera per 3-2 un Venezia che, sotto per 2-0, era riuscito ad acciuffare nel giro di un minuto il pareggio con una doppietta di Mikaellsson, salvo poi cedere per oltre il recupero per una sfortunata autorete di Baudouin su rovesciata di Fontana. Più che la tattica Javorcic ha dovuto prima fare la conta dei giocatori a disposizione, considerati infortunati, Covid e calciatori con la valigia in mano.
A questo proposito niente partita per Aramu, oramai imbarcato verso Genoa, fuori anche Cuisance, da tempo in trattativa con il Torino ed anche Vacca che potrebbe finire all'Al-Adalah, in Arabia Saudita. E come se non bastasse durante il riscaldamento si è pure fatto male Andersen: al suo posto Sandberg. Nel 4-3-3 di Javorcic in realtà Bjarkason fa il trequartista, dietro le torri Hasanbegovic e Novakovich. Il 4-3-3 di Christian Bucchi è invece molto più lineare perché i tre attaccanti giocano praticamente in linea.
Non c'è ovviamente il pubblico delle grandi occasioni, ma tutto sommato trattandosi di una partita di Coppa Italia in pieno agosto non è male. Ha invece bisogno di cure il terreno di gioco che, evidentemente, ha risentito della siccità estiva. Comunque, il Venezia incerottato fa quel che può contro un Ascoli già in forma campionato. Tuttavia la squadra di Javorcic tiene abbastanza bene il campo. Anzi il Venezia, in avvio di gara, prova a sorprendere l'Ascoli pressando e tenendo alta la linea dei centrocampisti. E infatti è del gigante Bjarkason il primo acuto della partita con un colpo di testa che si perde di poco sul fondo dopo 4' e all'8' è Pecile ad aprire troppo il piattone su invito di Tessmann.
E' però un fuoco di paglia perché l'Ascoli prende le misure a questo volenteroso Venezia e prende lentamente possesso del campo. Lungoyi a destra è un fattore e Remy e, in ripegamento Tessmann faticano non poco a contenerlo. E se il Venezia resta in partita lo deve innanzitutto al suo portierone, Joronen che, su Bdaoui prima e su Dinosi poi sfodera due parate da cerchiolino rosso, tanto da ricevere i complimenti degli stessi attaccanti bianconeri. Solo che al 35' nulla può sul tranciante di Saric che, tra le belle statuine dei centrali di casa indovina l'angolo dove non bacia il sole.
Nella ripresa l'Ascoli si limita a controllare la gara, il Venezia fatica e non riesce mai a rendersi pericoloso. Javorcic manda nella mischia Mikaellsson, Bucchi invece punta sull'accoppiata Ciciretti-Falzerano che al 25' confezionano il raddoppio che sembra poter chiudere il match. Ed è qui forse che l'Ascoli sbaglia, perché tutto ciò che non è accaduto nel secondo tempo succede negli scoppiettanti minuti finali e per merito proprio del Venezia.
Al 43' Mikaellsson accorcia su assist comodo di Novakovich e al 44' lo stesso Mikaellsson lanciato in campo aperto supera con un delizioso pallonetto Leali mandando in estasi il Penzo. Finità? Macché. Ad una manciata di secondi dalla fine, su una palla vagante in area, Fontana inventa una rovesciata che incrocia lo stinco di Baudouin e spiazza Joronen. L'Ascoli si regala così la Sampdoria, al Venezia restano gli applausi.
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