Un ritorno da playout Solo il Pavia peggiore del Venezia-disastro
MESTRE. Un girone d’andata da playoff, un girone di ritorno da playout. Venezia senza mezze misure, e non solo perché è la squadra che ha ottenuto meno pareggi (cinque come la Reggiana) nel girone A. Terzo posto al giro di boa di Natale (26 punti), terz’ultimo posto finora nel girone di ritorno (12 punti), alla pari con il Lumezzane, solo il Pavia al di sotto (9). Seconda parte della regular season guidata da Cremonese (25) e Alto Adige (24), che precedono Entella e Pro Vercelli (22), cambio di marcia poderoso della Carrarese (19), ma anche della Pro Patria (17), fortuna vuole che nemmeno Albinoleffe (16) e FeralpiSalò (15) abbiano viaggiato a ritmi tanto superiori agli arancioneroverdi.
Dodici punti in 13 partite per il Venezia, nove nelle ultime 11 partite dopo il blitz di Lumezzane. Un ruolino di marcia impietoso da gennaio: tre vittorie, tre pareggi e sette sconfitte. Un percorso ad ostacoli dopo il pirotecnico 3-0 alla Pro Patria: due punti nelle successive cinque partite. Eppure, nonostante un andamento lento, il Venezia è ancora ottavo in classifica (in questo momento incrocerebbe la Cremonese nei quarti di finale con gara secca in Lombardia), anche se l’approdo alla post season dovrebbe essere in parallelo con un radicale cambio di ritmo per poter aspirare al pass per le semifinali.
La sconfitta di Serravalle ha consentito anche al San Marino di scavalcare il Venezia nella classifica parziale del girone di ritorno (13 punti). «Siamo troppo discontinui nelle prestazioni, questo è il nostro tallone d’Achille», cerca di spiegare la situazione Riccardo Bocalon, «credo che contro Pro Patria, Savona e Como abbiamo disputato incontri su ottimi livelli, anche a livello caratteriale, ma nemmeno a Vercelli avevamo sfigurato. Con San Marino dovevamo chiudere la partita nel primo tempo, quando siamo riusciti a creare qualche occasione, ma non c’è stata invece la reazione che mi aspettavo dopo essere andati in svantaggio».
Cercare di capire la metamorfosi del Venezia nel girone d’andata non è semplice. «Ce lo chiediamo anche noi», ammette il capocannoniere, «a gennaio la squadra è stata rinforzata, paradossalmente i risultati sono stati inferiori rispetto al girone d’andata». Di sicuro, a centrocampo, pesa l’assenza di Giorico, anche se Martinelli e Carcuro cercano di sostituire al meglio il regista sardo pur non avendo le sue stesse caratteristiche. «Problemi di tenuta? Assolutamente no, la squadra è in condizione, corriamo. È una questione di testa, mentale, non riusciamo a dare quella sterzata che vogliamo da tempo e che ci rimane sempre nei buoni propositi della vigilia. Adesso non c’è più tempo per le parole, abbiamo due settimane per preparare al meglio la partita con la Cremonese. Bisogna conquistare i tre punti per non arrivare all’ultima giornata a Bergamo con la questione playoff ancora aperta. Sarebbe troppo rischioso». Dopo la sosta pasquale il Venezia affronterà al Penzo (sei punti in sette gare da gennaio a Sant’Elena) la capolista del girone di ritorno, in contemporanea l’Albinoleffe sarà impegnato nel derby di Lumezzane e la FeralpiSalò in casa con il Savona.
Michele Contessa
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